lunedì 30 settembre 2013
Scicli, Ragusa: una strage irresponsabile
Ancora morti su una spiaggia dei nostri mari. Almeno 13 profughi annegati a pochi metri dalla spiagge di Ragusa.
Erano in 250 su quella barca, tutti desiderosi di arrivare in Germania passando per l’Italia. Perché in pochi oramai hanno ancora il desiderio di venire qua. Chi scappa dalla guerra, chi cerca fortuna, chi fugge dalla povertà, cerca altri Paesi. Più ospitali, accoglienti. In cui non siano considerati criminali ma in cui possano venire accolte le loro legittime istanze.
“Noi vorremmo soltanto essere aiutati” ha detto uno dei profughi superstite. Ma sono parole che cadono nel vuoto. Non bastano i corpi senza respiro, le parole del Papa, le denunce delle organizzazioni internazionali, le associazioni. Tutte parole, appelli che rimangono nel vuoto e che incrociano il silenzio di una classe dirigente buona solo per utilizzare la questione immigrazione per farci campagna elettorale.
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