mercoledì 15 giugno 2011

20 giugno h. 20 con i rifugiati


20 giugno 2011 h. 18.30 ex Terminal Ostiense Concerto per la Giornata Mondiale del Rifugiato con Paolo Rossi, Tetes de Bois, Acustimantico, Francesco Di Giacomo e altri. Un appuntamento significativo che merita di essere segnato, segnalato, passato di mano; per la questione di cui tratta e per la fatica generosa e misconosciuta di quelli che l'hanno promosso. Parla di rifugiati. Sperando che tutto ciò aiuti chi è nato qui e viene considerato cittadino di serie b e chi non viene considerato proprio.

lunedì 6 giugno 2011

Concluso con successo il corso di italiano per immigrati

lunedì 6 giugno, dalle ore 18 alle ore 20, davanti alla scuola Oberdan, rinfresco per la conclusione annuale del corso di italiano per immigrati.

Un'occasione per conoscere gli insegnanti ed alcuni dei partecipanti e per comunicare l'importanza che il quartiere attribuisce a questo decisivo canale di fraternizzazione. Arrivederci al prossimo ottobre!



“Monteverde antirazzista” da due anni organizza corsi d’italiano L2 su tre livelli, dalla alfabetizzazione a un livello assimilabile a quello A2 del quadro europeo. La particolarità di questa esperienza è che i suoi corsi, pur affidati al lavoro di insegnanti assolutamente volontari, si tengono la sera presso una scuola elementare e dell’infanzia del quartiere, che ha inserito l’iniziativa nel POF, grazie al fattivo interessamento di alcuni insegnanti e genitori e alla piena disponibilità della direzione.(Oreste Tappi)

sabato 4 giugno 2011

Nuova tragedia del Mediterraneo


Sosteniamo la richiesta rivolta da Nichi Vendola al Presidente della Republica di una giornata di lutto nazionale per questo nuovo triste episodio nel Mediterraneo.

Nella notte di mercoledì 1 giugno un barcone in avaria con a bordo oltre 700 persone dirette in Sicilia è stato avvistato al largo della Tunisia. La Guardia costiera e l’esercito tunisino hanno tratto in salvo oltre 570 persone, mentre altri 200 profughi risultano dispersi in mare. I profughi sarebbero di nazionalità asiatica, africana e tunisina.
"Cercavano di venire qui perché fuggivano «solo» dalla fame o anche, viste le tensioni etniche e le guerre tribali e religiose che sconvolgono i loro Paesi, dalle persecuzioni politiche? Erano profughi da accogliere (sia pure di malavoglia) o clandestini da ributtare sbrigativamente sulla loro sponda? ..... Il rapporto dell'Onu sulle migrazioni del 2009 dice che chi lascia oggi il Terzo mondo per venire in Occidente vede in media «un incremento pari a 15 volte nel reddito, un raddoppio dei tassi di iscrizione alle scuole e una diminuzione pari a 16 volte nella mortalità infantile»: cosa che spingerebbe chiunque di noi, al posto loro, con la crisi paurosa che affonda l'Africa abbandonata al suo destino, a tentare l'avventura." (Gian Antonio Stella, dal Corriere della sera)

...ogni discorso sull'immigrazione, sui profughi e sui viaggiatori (i "clandestini"!) che non rinunci del tutto alla nostalgia per una fraternità umana, viene tacciato subito di buonismo, cioè di una bontà di maniera. E messo a tacere dalla frase definitiva: "Prenditeli a casa tua!" La frase è cattivista, ma ha una sua utilità, e non è affatto imbattibile. Non solo perché ci sono molte persone che se li prendono, "a casa propria". Ma mi interessa che cosa fanno gli altri, che cosa facciamo noi altri. Avere una casa propria, e "una stanza tutta per sé", è ancora un gran privilegio sul nostro pianeta, ma è anche una condizione preziosa di libertà e di civiltà. I privilegi, anche quelli che non implicano una soperchieria diretta sulla povertà altrui, sono a rischio. I nostri pezzi grossi si riempiono la bocca di parole tolte al loro contesto reale. Berlusconi, Dio lo perdoni, ammoniva sullo "tsunami umano" che ci sta travolgendo; e in Tunisia sono entrati 200 mila profughi dalla Libia. Così è per la parola "invasione": "È una vera e propria invasione!". No, naturalmente. Non è un'invasione vera e propria. Ma le invasioni succedono davvero, sono successe al tramonto di altri imperi, e quando succedono, abbiano una ragione o no (se la fanno, una ragione), entrano senza bussare.
Finché dura, assottigliandosi, l'età del nostro privilegio, piuttosto che gridare "Fuori dalle palle!", conviene versare il nostro modesto contributo supplementare per l'usufrutto del metro quadrato che ci è toccato in sorte. Se non siamo tipi da spartire il mantello col povero che trema, e anzi per tenercelo, il mantello, regalargli un cappotto in saldo, prima che gli venga un'altra idea. Spendere qualche energia e qualche soldo in aiuti, prima di rovinarsi in guardie giurate. Ho detto che conviene: se poi ci riuscisse di farlo con una specie di gioia, sarebbe fantastico. (Adriano Sofri da Repubblica)