giovedì 21 maggio 2009

Sabato23 maggio dalle ore 14.00 alle 20.00 a Piazza del Popolo
i ricercatori precari di vari enti di ricerca (INFN, INGV, CNR e altri ) organizzeranno letture e laboratori scientifici per bambini e adulti.
Sul selciato della piazza verranno stesi i rulli fotografici della Ricerca Calpestata (quasi 1800 metri quadrati di "facce" di ricercatori da calpestare).
Programma
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LEZIONI 1 (17-20.30)
17.00 Marte e Terra: uguali o diversi? Francesca Altieri, INAF/IFSI Roma

17.30 Onde e barche: come nascono le onde e come si propagano Andrea Ghigo, Patrizia
De Simone e Alessandro Stecchi, INFN Frascati

18.00 Le stelle: vita, morte e miracoli! Melania Del Santo, INAF/IASF Roma


18.30 Da qui al Big Bang (lezione di fisica per bambini 8-13) Barbara Sciascia, INFN Frascati


19.00 La mia avventura nello spazio Umberto Guidoni, Astronauta


19.30 Esplorando l'Universo oltre la Via Lattea Francesca Panessa, INAF/IASF Roma


20.00 Come nascono stelle e galassie Milena Benedettini, INAF/IFSI Roma


20.30 L’esplorazione dei pianeti giganti Federico Tosi, INAF/IFSI Roma


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LEZIONI 2 (17-20.30)


17.00 Il terremoto spiegato ai bambini: dalla favola alla realtà Maria Grazia Ciaccio, INGV Roma


17.30 Anche i topi parlano Maria Luisa Scattoni, ISS Roma


18.00 Il terremoto del 6 aprile 2009 a L'Aquila: un evento atteso ma non previsto

Lucia Margheriti, INGV Roma

18.30 Noi e i vulcani Gianfilippo De Astis e Valeria Misiti, INGV Roma


19.00 Autismo e disturbi del comportamento Laura Ricceri, ISS Roma


19.30 I geroglifici Augusto Palombini, CNR/ITABC


20.00 Antartide: un immenso laboratorio naturale Lucilla Alfonsi INGV Roma


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AREA BAMBINI (17-21)


I ricercatori dell’INFN e dell’INGV raccontano la scienza con giochi e piccoli esperimenti

"Se arriva il terremoto" le avventure di Gatto Spillo. (3-6 anni) Antonella Marsili e Giuliana
D'Addezio, INGV Roma

"Galleggia o non galleggia?" introduzione giocosa al metodo scientifico. Mariangela

Cestelli Guidi, Alessio Sarti e Barbara Sciascia, INFN Frascati

"E adesso cosa faccio?" comportamenti in caso di terremoto. (6-12 anni) Antonella

Marsili e Giuliana D'Addezio, INGV Roma

"Ma è freddo o caldo?" introduzione giocosa al metodo scientifico. Mariangela Cestelli

Guidi, Alessio Sarti e Barbara Sciascia, INFN Frascati



Piazze per la Sostenibilità e la Pace
CGIL SPI e FLC CGIL Zona Ovest, Comitato Malagrotta, Ciclofficina Popolare Magliana Macchia Rossa, Luoghicomuni, Bottega Perunmondosottosopra, Reti di Pace con Barattopolis, GASP!, Mercatino Riuso, Progetto Scuola

partecipa al
Raduno pop contro i tagli alla Scuola

organizzato da

Movimenti e Coordinamenti Scuola Università Ricerca Pubbliche

Domenica 24 maggio
Villa Pamphili
dalle 10.00 alle 18.00

Piazzetta del Bel Respiro (ingresso via Vitellia, via Olimpica


Domenica 24 maggio dalle ore 10.00 alle 18.00 a Villa Pamphili, Piazzetta del Bel Respiro, entrata da via Vitellia angolo via Leone XIII, con una manifestazione-evento che vedrà la partecipazione di numerosi artisti:
Simone Avincola - Stefano Rossi Crespi - Andrea Buoninfante - Lalla Bertolini e Tiziano - Pino Marino - Nuove ribù Zulu - Legittimo brigantaggio - Radici nel cemento - Coro dei bambini della Crispi - Checco Marini e Patrizia Polia - Senza terra - Piccola banda ikona - Body percussion scuola di musica popolare di Donna Olimpia - Banda della Scuola di Musica Popolare di Testaccio - Danze del mondo ( Steeve Emejuru e i bambini della Scuola Celio azzurro)
Ci saranno inoltre laboratori e giochi per bambini e testimonianze dal palco di protagonisti del mondo della scuola.

Noi non ci rassegnamo alla distruzione della scuola pubblica!

Coordinamento romano genitori-insegnanti
Non Rubateci il Futuro

Ci sarà anche Reti di pace
Presso i nostri stand occasioni per:
- ricevere informazioni su Gruppi di Acquisto Solidali, corretta gestione del rifiuto, Progetto Scuola La terra non ce la fa .. io posso aiutarla

- l'altro acquisto: prodotti del commercio equo e solidale e detersivi alla spina

- baratto di oggetti vari (cd, dvd, libri, oggetti) e di giochi per bambini

- riparazione e recupero di bici usate

- mercatino del riuso

Inoltre raccoglieremo le firme per una delibera d'iniziativa popolare al fine di realizzare a Monteverde un parco con attrezzature sportive per le scuole limitrofe, orti scolastici e una pista ciclabile.

Venite con gli oggetti da regalare o barattare, con le bici da riparare e con i recipenti per i prodotti alla spina!



venerdì 15 maggio 2009

EDITORIALE | di Marco Revelli, Il manifesto 15/05/2009

RETORICHE DISUMANE

Ormai è chiaro, la campagna elettorale il governo la fa così. Con l'ostentazione pubblicitaria dei respingimenti. Con l'evocazione impudica dell'apartheid. Con l'esibizione della durezza «senza se e senza ma» - anzi, con l'invito esplicito a essere «cattivi» - contro i migranti. Insomma, mettendo in gioco quella risorsa potentissima sul piano emotivo e pericolosissima su quello civile, costituita dalle «retoriche del disumano». E spingendoci così sempre più giù su quel piano inclinato della civiltà e dei diritti lungo il quale ormai da anni, ma in fine velocior, l'Italia sta cadendo.
C'è dentro ognuno di noi, e nella coscienza collettiva, un confine impalpabile ma fondamentale, che distingue il modo di guardare l'Altro come «uno di noi» (diverso ma, almeno in qualcosa simile), o come una «natura estranea». Appartenente a un altro «regno»: «animale», «vegetale», «minerale». O semplicemente al Nulla. Le «retoriche del disumano» lavorano su quella linea di confine. La spostano «in qua», riducendo l'area degli inclusi nella dimensione di «uomini» e allargando l'esercito dei «non-uomini». Dei non-riconosciuti. Non degli «invisibili», si badi. Bensì di coloro che si vedono ma non hanno importanza. Possono essere indifferentemente usati o abbandonati a se stessi. Accolti (se, e fin quando, servono) o respinti (come cose inutili o dannose). «Salvati» o «sommersi», a seconda dell'interesse del momento.
Questo sta facendo il ministro dell'interno Maroni. Con la rozzezza che lo distingue. Ma anche con assoluta spregiudicatezza - anche mettendo in conto la condanna dell'Onu - spostando i confini della politica oltre un limite mai varcato finora, per lo meno nell'Italia repubblicana, da nessuna forza di governo: fin dentro al delicato intreccio che lega la dimensione del biologico a quella del senso morale. La natura dei rapporti «genericamente umani» e l'esercizio del potere pubblico. Si può ben comprendere quanta terribile efficacia possa avere, in una società che si va impoverendo rapidamente, e in cui strati sempre più ampi di popolazione avvertono il rischio imminente del proprio declassamento e della perdita di posizioni faticosamente conquistate, una retorica di questo tipo: quale devastante potenziale di mobilitazione negativa abbia un meccanismo fondato sulla creazione di una porzione, limitata, di umanità esplicitamente privata per via statuale, attraverso lo strumento universale della Legge, dello status di uomini.
Esso permette un apparente, ma psicologicamente efficace, «risarcimento» dei «penultimi» - di coloro che hanno perduto buona parte dei propri diritti sociali -, attraverso l'esibizione della deprivazione più radicale degli «ultimi», di coloro che sono del tutto senza diritti. Gratifica chi ha perduto (quasi) tutto, o teme di perderlo - lavoro, casa, reddito, salute... - ma ha mantenuto lo status di «uomo» grazie alla sua appartenenza territoriale, mostrandogli in chiave pubblicitaria lo spettacolo di chi di quella prerogativa è stato destituito. E può essere pubblicamente dichiarato «fuori». Dunque «sotto».
E', non possiamo nascondercelo, un meccanismo politicamente «irresistibile». Mettendo al lavoro un sentimento ambiguo, ma incendiario, come «l'invidia sociale», nell'epoca della conclamata impossibilità di realizzare efficaci politiche redistributrici e di sfidare in modo credibile chi «sta in alto», esso si rivela capace di «sfondare» in aree sociali estese, e potenzialmente immense. Spesso negli insediamenti tradizionali della vecchia sinistra. Diventa, una volta accettato di varcare quel confine morale da parte di imprenditori politici spregiudicati, per usare un eufemismo, una risorsa decisiva. Infatti Berlusconi e i suoi ci si sono buttati a pesce, nel momento in cui la priorità sembra quella di vincere la «guerra psicologica» della crisi (e, cosa non secondaria, di «dimenticare Veronica»...). E bene ha fatto Franceschini a denunciare, con forza, l'uso propagandistico della nuda vita offesa, ma già l'immediata, e davvero improvvida, contromossa di Fassino ci dice quanto fascino, o imbarazzo, esercita, su tutti i fronti politici, l'entrata in gioco di quella nuova perversa risorsa. E quanta difficoltà ci sia a contrastare, se ci si attiene al piano strettamente politico, dei nudi rapporti di forza, il processo di pietrificazione delle coscienze che esso comporta.
Se una resistenza può nascere oggi, credo che non possa che costituirsi su un fronte per così dire «impolitico». Tale da operare sui registri trasversali della morale, della memoria, del senso di dignità e su residui di cultura, che non si misurano sui rapporti di forza, sulle regole della ragion di stato o di partito, sui machiavellismi dell'azione utile e di quella efficace.
L'effetto principale delle «retoriche del disumano» è quello di disumanizzare per primi coloro che le condividono. Occorre mettere insieme chi continua a non voler rinunciare alla propria residua umanità. E intende difendere quel brandello di condivisione del proprio stato di uomini con tutto il resto del genere umano.

giovedì 14 maggio 2009


Eccoci qua!
Progetto Intercultura / Diritti umani
CORSO DI AGGIORNAMENTO SULLE CULTURE ROM-SINTI

Vi ricordo l'ultimo incontro del corso, con la partecipazione di Lucilla Galeazzi, la più bella voce del canto popolare in Italia, e di un musicista Rom.

IV giornata: cultura e arte. Pomeriggio aperto al territorio
Venerdì 15 maggio

  1. Comunicazione sociale e partecipazione: Rocco Luigi Mangiavillano (operatore sociale, fotografo documentarista, Comunità di Capodarco)
  2. Noi e loro: la cultura tra Rom e Gagé: Cristina Formica, operatrice sociale, redattrice di Carta
  3. Musica dal vivo: un musicista Rom; Lucilla Galeazzi (cantante di fama internazionale nel campo della musica popolare )
  4. Verranno proposti assaggi di cucina Rom.
ROMA XVI CON L’AFRICA

"Dal debito all’immigrazione"

Uno spettacolo teatrale e una tavola rotonda per capire, conoscere e condividere

Carrozze o vagoni riservati ai milanesi con esclusione di altri, rimpatrio forzato dei clandestini in
Libia, Italia non multietnica, denuncia obbligatoria dei medici, criminalizzazione degli immigranti irregolari, negazione dell’educazione ai figli degli immigrati, reato di clandestinità, ecc sono motivi più che sufficienti per partecipare alla tavola rotonda sull’immigrazione, programmata da molto tempo, ma che diventa di grande attualità e significato in questo momento.
La tavola rotonda “ dal debito all’immigrazione “, organizzata da “Roma XVI con l’Africa” si terrà il 15 maggio al liceo Morgagni ( Via Fonteiana 125) con inizio alle ore 17.30.
Interverranno l’on Marcella Lucidi, ex sottosegretario al ministero degli interni, Claudio Cecchini, assessore alle politiche sociale della provincia di Roma, Alberto Colaiacomo, del dossier immigrazione, Massimo Pallottino del comitato giustizia e solidarietà caritas, Osumane Ndiaje, presidente della consulta Migranti del Municipio XVI, Cire Gaye, volontario di RomaXVI con l’Africa.
I dati demografici dimostrano che l’immigrazione in Italia, come in Europa, è un fenomeno strutturale inarrestabile. E’ tempo che si cominci a parlare del “ pacchetto integrazione” Lo
chiedono gli immigrati - e non solo – che vivono e lavorano onestamente nella legalità a beneficio del paese e si sentono ignorati o sfruttati. I cittadini non comunitari presenti sul territorio dell’Unione sono più di 40 milioni. Considerati a parte, come accade per quanto riguarda il loro accesso ai diritti sociali, civili e politici, rappresentano una sorta di “Ultimo Stato”, trasversale a tutta la Comunità europea. Il numero delle persone presenti irregolarmente sul territorio dell’Unione provenienti da paesi terzi è stimato tra i 6 e gli 8 milioni. E’ il risultato catastrofico della concertazione comunitaria sulle politiche di immigrazione e asilo. Non è la sicurezza, ma le politiche di integrazione il vero banco di prova degli interventi governativi in questo settore.
La tavola rotonda sarà introdotta da una eccellente proiezione sull’ex Residence di Via Bravetta,
opera di Roberto Cavallini e terminerà con una esecuzione del “coro l’Albero del canto”, diretto da Lucilla Galeazzi, vincitrice l’anno scorso del Premio Luigi Tenco”. Nota interessante: il coro, che ora frequenta regolarmente i palcoscenici d’ Italia, è nato dal corso di canto popolare del Liceo Morgagni, che ci ospita, promosso dalla indimenticabile Marina Thiery.

Domenica 17 si realizzerà la sesta edizione di “ In festa con l’Africa”. Una giornata di solidarietà internazionale con giochi, spettacoli, danze e canti africani. Come al solito l’organizza
l’associazione Roma xvi con l’Africa. Quest’anno il ritrovo è a Villa Pamphili Bel Respiro con ingresso da Via Vitellia 102, angolo via Olimpica e non come gli altri anni a Villa Pamphili Porta
S.Pancrazio.

Una iniziativa che sarà una strabiliante sorpresa è il laboratorio sul riciclo e riuso condotto dalla
Coop. Sociale Z 59 e dalla coop. Occhio del riciclone. Possono partecipare dalle 10 alle 12.00 50
bambini dai 6 ai 12 anni. ( prenotazioni presso: menichelli. anto@ libero.it o roma16conlafrica@yahoo.

Lo spettacolo musicale e non solo, dalle ore 16 alle 19.00 presenterà ritmi, percussioni, danze
africane ecc. con partecipazione di gruppi di artisti e singoli quali: Akuna Matata, Wamama, Nour Eddine, Nura - Fabiana Magrelli, Gruppo percussioni Liceo Morgagni, Dà Wei, Gladiator
entertainment, Afro Tune, Saint P – Leone fall.

Le associazioni che costituiscono Roma XVI con l’Africa cureranno diverse esposizioni di
artigianato africano e presenteranno i loro progetti e le loro attività a favore dell’ Africa.
L’ingresso è libero. Per ulteriori informazioni: roma16 conlafrica@yahoo.it
Il coraggio dimenticato
di ROBERTO SAVIANO


Pubblichiamo la versione integrale dell'articolo di Roberto Saviano uscito oggi da Repubblica.

Chi racconta che l'arrivo dei migranti sui barconi porta valanghe di criminali, chi racconta che incrementa violenza e degrado, sta dimenticando forse due episodi recentissimi ed estremamente significativi, che sono entrati nella storia della nostra Repubblica. Le due più importanti rivolte spontanee contro le mafie, in Italia, non sono partite da italiani ma da africani. In dieci anni è successo soltanto due volte che vi fossero, sull'onda dello sdegno e della fine della sopportazione, manifestazioni di piazza non organizzate da associazioni, sindacati, senza pullman e partiti.

Manifestazioni spontanee. E sono stati africani a farle. Chi ha urlato: "Ora basta" ai capizona, ai clan, alle famiglie sono stati africani. A Castelvolturno, il 19 settembre 2008, dopo la strage a opera della camorra in cui vengono uccisi sei immigrati africani: Kwame Yulius Francis, Samuel Kwaku e Alaj Ababa, del Togo, Cristopher Adams e Alex Geemes della Liberia e Eric Yeboah del Ghana. Joseph Ayimbora, ghanese, viene ricoverato in condizioni gravi. Le vittime sono tutte giovanissime, il più anziano tra loro ha poco più di trent'anni, sale la rabbia e scoppia una rivolta davanti al luogo del massacro. La rivolta fa arrivare telecamere da ogni parte del mondo e le immagini che vengono trasmesse sono quelle di un intero popolo che ferma tutto per chiedere attenzione e giustizia. Nei sei mesi precedenti, la camorra aveva ucciso un numero impressionante di innocenti italiani. Il 16 maggio Domenico Noviello, un uomo che dieci anni fa aveva denunciato un'estorsione ma appena persa la scorta l'hanno massacrato. Ma nulla. Nessuna protesta. Nessuna rimostranza. Nessun italiano scende in strada. I pochi indignati, e tutti confinati sul piano locale, si sentono sempre più soli e senza forze.

Ma questa solitudine finalmente si rompe quando, la mattina del 19, centinaia e centinaia di donne e uomini africani occupano le strade e gridano in faccia agli italiani la loro indignazione. Succedono incidenti. Ma la cosa straordinaria è che il giorno dopo, gli africani, si faranno carico loro stessi di riparare ai danni provocati. L'obiettivo era attirare attenzione e dire: "Non osate mai più". Contro poche persone si può ogni tipo di violenza, ma contro un intera popolazione schierata, no. E poi a Rosarno. In provincia di Reggio Calabria, uno dei tanti paesini del sud Italia a economia prevalentemente agricola che sembrano marchiati da un sottosviluppo cronico e le cui cosche, in questo caso le 'ndrine, fatturano cifre paragonabili al PIL del paese.

La cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, come dimostra l'inchiesta del GOA della Guardia di Finanza del marzo 2004, aveva deciso di riciclare il danaro della coca nell'edilizia in Belgio, a Bruxelles, dove per la presenza delle attività del Parlamento Europeo le case stavano vertiginosamente aumentando di prezzo. La cosca riusciva a immettere circa trenta milioni di euro a settimana in acquisto di abitazioni in Belgio.

L'egemonia sul territorio è totale, ma il 12 dicembre 2008, due lavoratori ivoriani vengono feriti, uno dei due in gravissime condizioni. La sera stessa, centinaia di stranieri - anche loro, come i ragazzi feriti, impiegati e sfruttati nei campi - si radunano per protestare. I politici intervengono, fanno promesse, ma da allora poco è cambiato. Inaspettatamente, però, il 14 di dicembre, ovvero a due soli giorni dall'aggressione, il colpevole viene arrestato e il movente risulta essere violenza a scopo estorsivo nei riguardi della comunità degli africani. La popolazione in piazza a Rosarno, contro la presenza della 'ndrangheta che domina come per diritto naturale, non era mai accaduto negli anni precedenti.

Eppure, proprio in quel paese, una parte della società, storicamente, aveva sempre avuto il coraggio di resistere. Ne fu esempio Peppe Valarioti, che in piazza disse: "Non ci piegheremo", riferendosi al caso in cui avesse vinto le elezioni comunali. E quando accadde fu ucciso. Dopo di allora il silenzio è calato nelle strade calabresi. Nessuno si ribella. Solo gli africani lo fanno.

E facendolo difendono la cittadinanza per tutti i calabresi, per tutti gli italiani. Difendono il diritto di lavorare e di vivere dignitosamente e difendono il diritto della terra. L'agricoltura era una risorsa fondamentale che i meccanismi mafiosi hanno lentamente disgregato facendola diventare ambito di speculazioni criminali. Gli africani che si sono rivoltati erano tutti venuti in Italia su barconi. E si sono ribellati tutti, clandestini e regolari. Perche da tutti le organizzazioni succhiano risorse, sangue, danaro.

Sulla rivolta di Rosarno, in questi giorni, è uscito un libretto assai necessario da leggere con un titolo in cui credo molto. "Gli africani salveranno Rosarno. E, probabilmente, anche l'Italia" di Antonello Mangano, edito da Terrelibere. La popolazione africana ha immesso nel tessuto quotidiano del sud Italia degli anticorpi fondamentali per fronteggiare la mafia, anticorpi che agli italiani sembrano mancare. Anticorpi che nascono dall'elementare desiderio di vivere.

L'omertà non gli appartiene e neanche la percezione che tutto è sempre stato così e sempre lo sarà. La necessità di aprirsi nuovi spazi di vita non li costringe solo alla sopravvivenza ma anche alla difesa del diritto. E questo è l'inizio per ogni vera battaglia contro le cosche. Per il pubblico internazionale risulta davvero difficile spiegarsi questo generale senso di criminalizzazione verso i migranti. Fatto poi da un paese, l'Italia, che ha esportato mafia in ogni angolo della terra, le cui organizzazioni criminali hanno insegnato al mondo come strutturare organizzazioni militari e politiche mafiose. Che hanno fatto sviluppare il commercio della coca in Sudamerica con i loro investimenti, che hanno messo a punto, con le cinque famiglie mafiose italiane newyorkesi, una sorta di educazione mafiosa all'estero.

Oggi, come le indagini dell'FBI e della DEA dimostrano, chiunque voglia fare attività economico-criminali a New York che siano kosovari o giamaicani, georgiani o indiani devono necessariamente mediare con le famiglie italiane, che hanno perso prestigio ma non rispetto. Altro esempio eclatante è Vito Roberto Palazzolo che ha colonizzato persino il Sudafrica rendendolo per anni un posto sicuro per latitanti, come le famiglie italiane sono riuscite a trasformare paesi dell'est in loro colonie d'investimento e come dimostra l'ultimo dossier di Legambiente le mafie italiane usano le sponde africane per intombare rifiuti tossici (in una sola operazione in Costa D'Avorio, dall'Europa, furono scaricati 851 tonnellate di rifiuti tossici).

E questo paese dice che gli immigrati portano criminalità? Le mafie straniere in Italia ci sono e sono fortissime ma sono alleate di quelle italiane. Non esiste loro potere senza il consenso e la speculazione dei gruppi italiani. Basta leggere le inchieste per capire come arrivano i boss stranieri in Italia. Arrivano in aereo da Lagos o da Leopoli. Dalla Nigeria, dall'Ucraina dalla Bielorussia. Gestiscono flussi di danaro che spesso reinvestono negli sportelli Money Transfer. Le inchieste più importanti come quella denominata Linus e fatta dai pm Giovanni Conzo e Paolo Itri della Procura di Napoli sulla mafia nigeriana dimostrano che i narcos nigeriani non arrivano sui barconi ma per aereo. Persino i disperati che per pagarsi un viaggio e avere liquidità appena atterrano trasportano in pancia ovuli di coca. Anche loro non arrivano sui barconi. Mai.

Quando si generalizza, si fa il favore delle mafie. Loro vivono di questa generalizzazione. Vogliono essere gli unici partner. Se tutti gli immigrati diventano criminali, le bande criminali riusciranno a sentirsi come i loro rappresentanti e non ci sarà documento o arrivo che non sia gestito da loro. La mafia ucraina monopolizza il mercato delle badanti e degli operai edili, i nigeriani della prostituzione e della distribuzione della coca, i bulgari dell'eroina, i furti di auto di romeni e moldavi. Ma questi sono una parte minuscola delle loro comunità e sono allevate dalla criminalità italiana. Nessuna di queste organizzazioni vive senza il consenso e l'alleanza delle mafie italiane.

Nessuna di queste organizzazioni vivrebbe una sola ora senza l'alleanza con i gruppi italiani. Avere un atteggiamento di chiusura e criminalizzazione aiuta le organizzazioni mafiose perché si costringe ogni migrante a relazionarsi alle mafie se da loro soltanto dipendono i documenti, le abitazioni, persino gli annunci sui giornali e l'assistenza legale. E non si tratta di interpretare il ruolo delle "anime belle", come direbbe qualcuno, ma di analizzare come le mafie italiane sfruttino ogni debolezza delle comunità migranti. Meno queste vengono protette dallo Stato, più divengono a loro disposizione. Il paese in cui è bello riconoscersi - insegna Altiero Spinelli padre del pensiero europeo - è quello fatto di comportamenti non di monumenti. Io so che quella parte d'Italia che si è in questi anni comportata capendo e accogliendo, è quella parte che vede nei migranti nuove speranze e nuove forze per cambiare ciò che qui non siamo riusciti a mutare. L'Italia in cui è bello riconoscersi e che porta in se la memoria delle persecuzioni dei propri migranti e non permetterà che questo riaccada sulla propria terra.

Published by arrangement with Roberto Santachiara Literary Agency

venerdì 8 maggio 2009

In questo giorno davvero speciale per il nostro paese - 220 persone respinte contro la Convenzione di Ginevra e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo, una donna tunisina che si suicida a Ponte Galeria (in Italia da 20 anni, si era auto denunciata per richiedere il rinnovo del permesso di soggiorno, sarebbe stata rimpatriata domani), il pacchetto sicurezza blindato e pronto per l'approvazione, la proposta di posti riservati ai milanesi sui tram di Milano, ... penso ci faccia bene leggere quello che Erri De Luca diceva già anni fa:

"... contro l'umanità del mondo che si sposta a milioni risalendo i paralleli, riversandosi da oriente, volete mettere alla sagoma Italia un preservativo di sbarre e fili spinati. Volete mettere un cancello alla storia e alla geografia. Se guardate un poco oltre il vostro delirio di contenimento, vedrete che nel giro di un paio di generazioni saremo meticci. State fermando l'acqua con i cesti. Anche se dividerete la popolazione in detenuti e secondini, e questo sarà il nuovo milioni di posti di lavoro, passeranno lo stesso. Passerà su di noi e sulle nostre meschine barriere l'onda di piena del nuovo mondo e ci rigirerà come un cucchiaio. Il nostro bianco leggero come la meringa sbiadirà e finirà nell'archivio della specie. Saremo globali nel modo migliore, per incroci e innesti. E il risultato del vostro affannare intorno a serrature e catenacci sarà che tutti noi faremo schifo agli occhi e alla memoria dei nipotini posteri, colorati come l'arcobaleno. "

ErriDeLuca, 2002
Con il patrocinio della Provincia di Roma
Liceo Scientifico St. “M. Malpighi”
Via Silvestri, 301, Roma

Progetto Intercultura / Diritti umani
CORSO DI AGGIORNAMENTO SULLE CULTURE ROM-SINTI

La prossima settimana si terranno gli ultimi due incontri.

Attenzione: per lunedì 11 maggio c'è una variazione. Eva Rizzin non potrà intervenire perché impegnata all'estero per un'emergenza. La sostituirà il Presidente della Federazione Rom e Sinti Nazzareno Guarnieri, un'altra autorevole voce dall'interno. Intervenire ha anche il valore di un gesto di solidarietà per tutti i Rom e Sinti che si stanno duramente impegnando per affermare la dignità e i diritti del loro popolo.

L'ultimo incontro, il 15 maggio, vuole essere anche un momento di festa aperto al territorio e anche a chi non ha partecipato ai momenti precedenti.

L'estrema tensione che si riscontra attualmente nel nostro Paese in merito alla convivenza con le comunità Rom-Sinti richiede innanzi tutto l'avvio di un percorso di conoscenza di quella realtà. Il nostro Liceo, che ha come linee portanti del POF l'educazione all'intercultura, al rispetto dei diritti e alla convivenza civile, basata sul reciproco rispetto e sulla solidarietà, si fa promotore di una qualificata occasione di studio.

Il corso è rivolto non solo ai docenti interni, ma anche ai docenti delle scuole di zona e in generale al territorio, perché in questa fase potrebbe risultare interessante anche per altri operatori o semplicemente come momento di approfondimento culturale su un tema molto caldo e sul quale l'informazione è assolutamente carente.


Il corso si articolerà su tre incontri pomeridiani di tre ore ciascuno (dalle 15.00 alle 18.30), articolati su moduli tematici e un pomeriggio finale dedicato alla presentazione di espressioni artistiche, inteso come iniziativa aperta al territorio.

Sarà possibile frequentare anche soltanto uno o due moduli.

Sarà disponibile la bibliografia raccolta dal Progetto Intercultura e a tutti i partecipanti verranno distribuiti alcuni materiali di base.

Coordinatori del Corso:
Francesca Ferrari (Referente Progetto Intecultura/Diritti umani Liceo Sc. St. Malpighi)
Cristina Mattiello (Liceo Sc. St. M. Malpighi)

Per informazioni e iscrizioni: cristinam@mclink.it

III giornata: la situazione attuale (diritti, cultura, interventi possibili)
Lunedì 11 maggio, ore 15.00-18.30

Rom e Sinti, dal pregiudizio all'interculturalità: la politica, la cultura, il territorio:
laboratorio a cura di Nazzareno Guarnieri, Rom Abruzzese, esperto minoranza Rom e Sinte, presidente Federazione Rom e Sinti Insieme


IV giornata: cultura e arte. Pomeriggio aperto al territorio
Venerdì 15 maggio

  1. Comunicazione sociale e partecipazione: Rocco Luigi Mangiavillano (operatore sociale, fotografo documentarista, Comunità di Capodarco)
  2. Noi e loro: la cultura tra Rom e Gagé: Cristina Formica, operatrice sociale, redattrice di Carta
  3. Musica dal vivo: un musicista Rom; Lucilla Galeazzi (cantante di fama internazionale nel campo della musica popolare )
  4. Verranno proposti assaggi di cucina Rom.