lunedì 25 ottobre 2010

Presidio contro il "Piano nomadi" del comune di Roma

sabato 23 ottobre, h. 10.00-14.00, piazza S.Giovanni di Dio (FERMATA AUTOBUS 791)
PRESIDIO CON RACCOLTA DI FIRME E VOLANTINAGGIO
CONTRO IL "PIANO NOMADI" DEL COMUNE DI ROMA

Amnesty International (Monteverde) e Monteverde antirazzista

Regione Puglia: sì alle cure per gli immigrati


Una vittoria della giunta di Vendola
Con la sentenza n. 299/2010 del 22 ottobre, la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso del Consiglio dei Ministri, che aveva impugnato la legge regionale 32/2009 "Norme per l'accoglienza, la convivenza civile e l'integrazione degli immigrati in Puglia".La suprema corte ha dato ragione alla Regione Puglia: sì alle cure urgenti e alla scelta del medico di base per gli stranieri irregolari.
La legge regionale prevede che ai cittadini comunitari presenti sul territorio regionale che non risultano assistiti dallo Stato di provenienza, privi dei requisiti per l'iscrizione al Servizio sanitario regionale e che versino in condizioni di indigenza, sono garantite le cure urgenti, essenziali e continuative attraverso l'attribuzione del codice Eni (europeo non in regola). Ora è la stessa Corte Costituzionale a benedire questa tesi, mettendo al riparo la circolare dai tagli del governo centrale.

giovedì 21 ottobre 2010

RAZZISMO, IMMIGRAZIONE E POTERE DELL’IMMAGINE.


Cosa è Lampedusa? Un'isola di villeggiatura? Una Alcatraz per immigrati? Oppure un'isola culturalmente regredita in cui i veri immigrati sono quelli che arrivano dall'interno? Dagmawi Yimer, dopo essere sbarcato a Lampedusa nel 2006, trascorse la sua prima settimana in Italia nel centro di accoglienza vicino all'aereoporto. Solamente qualche anno piu' tardi torna armato di videocamera per filmare l'isola che gli ha salvato la vita. Dag scoprirà che quello che pensava un luogo all'avanguardia del benessere si rivela invece un lembo di terra impregnato di contraddizioni, giochi politici e con un'identità alterata dalle distorsioni mediatiche.
IL CINEMA AFRICANO E DELLA DIASPORA, di Vincenzo Valentino, dal sito www.close-up.it
Dal 14 al 16 ottobre 2010, presso l’Università degli Studi di Napoli l’Orientale, si è tenuto un interessante convegno dal titolo, Razzismo, immigrazione e potere delle immagini, dedicato al cinema africano e della diaspora. Le giornate si sono svolte in un clima di accogliente cordialità e hanno offerto ai partecipanti un programma ricco di spunti con due tavole rotonde, proiezioni di film, interviste agli autori e dibattiti con il pubblico assumendo da subito, vista la peculiarità del tema, una connotazione plurilinguistica e multimediale.
La seconda parte del convegno è stata dedicata al cinema migrante in Italia, alla quale hanno partecipato i film maker Simone Sandretti, Vincent Andrew, Theo Eshetu, Dagmawi Yimer, quasi tutti di origine africana, tranne un torinese. Nel pomeriggio conclusivo sono stati proiettati i film: Akpegi Boys (2010) di Vincent Andrew e Simone Sandretti, Soltanto il mare (2010) di Dagmawi Yimer e Il sangue non è acqua fresca (1996) di Theo Eshetu.

mercoledì 20 ottobre 2010

"Grazie" di Riccardo Staglianò: Ecco perché senza gli immigrati saremmo perduti

"Provate a depennare questi nomi: Ibrahimovic, Kakà, Milito, Trezeguet, Pato, Mutu, Crespo, Zanetti, Lavezzi... Immaginate che dalla prossima partita nessuno di loro scenda in campo. Sarebbe un disastro. Oggi su 933 calciatori della serie A ben 322 sono stranieri. Un esempio da solo rivelatore. La realtà è che senza gli immigrati (compresi i clandestini) tutta l'Italia andrebbe a rotoli. Quasi il 10 per cento del Pil italiano arriva dagli immigrati, una famiglia su dieci dipende da una badante straniera. Anche la Chiesa, anche gli ospedali. In Trentino, nella Val di Non, le mele le raccolgono i senegalesi, in Veneto i nigeriani conciano le pelli per la preparazione dei giubbotti destinati a Hollywood, a Vedelago, nel cuore del leghismo veneto, sono loro ad assicurare il 90 per cento di riciclaggio dei rifiuti. A Reggio Emilia i facchini sono per lo più indiani, in Campania i sikh allevano le bufale, in Sicilia, senza i pescatori tunisini, la flotta di Mazara del Vallo non prenderebbe il mare. E i camionisti? Nel Nordest i due terzi sono albanesi e romeni, nessun italiano è capace di fare i loro turni. E chi terrebbe i nostri vecchi e i nostri bambini? E gli uffici chi li pulirebbe? E il pacco da consegnare? Gli immigrati non vengono a rubarci il lavoro ma a fare i mestieri che noi rifiutiamo. Basta raccontare una giornata di lavoro in Italia per verificare che cosa realmente succede. Da nord a sud".

sabato 16 ottobre 2010

16 ottobre: grande manifestazione Fiom e Cgil


Tutti hanno diritto, senza discriminazione, ad un salario uguale per lavoro uguale; chi lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente, che assicuri a lui ed alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana e integrata, se opportuno, da ogni altro mezzo di protezione sociale. (art. 23 Diritti dell'uomo).

mercoledì 13 ottobre 2010

Attacco del Washington Post: l'Italia chiude la porta ai rom

Milano non è solo la città del risotto e della moda. Ora è diventata la città della “tolleranza zero” per i rom. Inizia così l'articolo con cui oggi il Washington Post apre la prima pagina, dal titolo «L'Italia chiude la porta agli zingari». Sopra, una grande foto di una donna rom in lacrime, e con grande evidenza, sempre in prima pagina, una frase del vice sindaco, Riccardo De Corato: «Sono persone con la pelle scura, non europei come me e te». Secondo il corrispondente da Milano, Antony Faiola, la campagna anti-rom avviata in Francia ormai s'è estesa a molti paesi europei. «Ma ora, con una grande bravata - scrive Faiola - Milano sta prendendo la guida, reagendo a quella che in Italia viene chiamata 'l'emergenza rom»'. «Addebitando alla nuova ondata di immigrati 'gipsy', l' aumento del crimine in città, le autorità locali - scrive il Post - stanno smantellando il più grande campo nomadi autorizzato di Milano, il Triboniano, una affollata baraccopoli di musicisti di strada e lavoratori occasionali che secondo gli inquirenti è un covo di ladri. Nello stesso tempo - prosegue il giornale - il Comune sta abbattendo con i bulldozer centinaia di piccoli campi improvvisati, abitati dagli ultimi arrivati. Quindi sta mettendo in atto uno sfratto di massa in l'altro campo dove molte famiglie nomadi vivevano ormai da tantissimo tempo». Il giornale cita infine le parole di De Corato: «Il nostro obbiettivo finale è non avere nessun campo rom a Milano».

venerdì 8 ottobre 2010

Sciopero immigrati contro caporalato


Protesta nel napoletano, 'oggi non lavoro per meno di 50 euro'
Protesta degli immigrati, per lo piu' ghanesi e nigeriani che vivono tra le province di Napoli e Caserta, contro lo sfruttamento sul lavoro. Centinaia di immigrati, impegnati per lo piu' nell'edilizia e nell'agricoltura, si sono radunati in numerosi presidi esponendo cartelli con la scritta 'Oggi non lavoro per meno di 50 euro'. A quanti passano con le auto spiegano le ragioni della loro protesta lasciando un volantino con il titolo 'Siamo uomini o caporali?'

martedì 5 ottobre 2010

Gli studenti extracomunitari rialzano il livello della dignità umana, di Marco Lodoli


Ridere fa bene, non c’è dubbio. Il malumore occlude, intoppa, ingorga e la vita non scorre più come acqua di fiume o di torrente. Le persone perennemente addolorate e cupe spesso ci sembrano egocentriche, inchiodate ai propri problemi e incapaci di rapportarsi con il mondo. Quindi viva l’allegria, la letizia, il sorriso: cuor contento, Dio l’aiuta. Detto questo, devo però notare con un certo sgomento che negli ultimi tempi in Italia forse si ride anche troppo, o per lo meno si ride anche quando non c’è motivo. A scuola questo è evidente.Credo di essere una persona che ha il senso dell’umorismo, ma rimango interdetto quando assisto a sghignazzamenti inarrestabili durante le ore di lezioni, sganasciamenti da slogatura delle mandibole, risate a crepapelle che si rinnovano da se stesse. Professore, i giovani sono fatti così, ridono perché la vita è bella, ridono perché sono innamorati, ridono perché il mondo è buffo. E fin qui ci siamo. Ma io vedo i miei studenti ridere istericamente, compulsivamente, come per scaricare elettricità nell’aria, anche se nessuno ha detto una battuta, se nessuno è scivolato su una qualche buccia di banana.
Temo che si rida perché oggi questo è lo stile di vita dominante, in televisione ridono tutti, pacche sulle spalle e giù a sbracarsi dalle risate, e i programmi dei comici si moltiplicano, basta un palcoscenico e qualcuno che spari battute a raffica. Da anni ascoltiamo le risate preregistrate nelle sit-com; anche i politici ormai sono diventati dei formidabili barzellettieri. Chi non ride è un poveraccio, un menagramo, un corvetto.

Per fortuna ci sono gli studenti extracomunitari. Loro sono seri, ascoltano in silenzio, sono pensierosi, a volte sorridono, con una certa grazia. La strada che li ha portati fino a questi banchi di scuola è stata dura: miseria, paura, viaggi simili a fughe, e poi umiliazioni, sfruttamento, violenze, speranze andate in fumo. Hanno genitori che sanno quanto la vita sia dura, vecchi che gli dicono: studia, cerca di farti valere, cerca di avere un futuro migliore del nostro passato, di questo amaro presente. Sono seri, questi ragazzi, composti, malinconici. Studiano, sono rispettosi, fanno poche domande. Guardano i loro compagni che sghignazzano e tacciono. Che c’è da ridere? si chiedono in silenzio.Abbiamo bisogno di questi ragazzi, rialzano il livello della dignità umana, ci ricordano che il mondo non è Zelig o Scherzi a parte, che a volte si soffre e che non bisogna lamentarsi troppo né protestare a vuoto, ma stringere i denti e andare avanti, sperando che la strada a un certo punto spiani. Non è il caso di piangersi addosso, ma neanche di farsela sotto dalle risate, sempre e comunque.

Campo Rom nel municipio XVI

Bozza di presa di posizione del Comitato Antirazzista Monteverde
Ribadiamo un no deciso all’attuale piano nomadi, che anche secondo Amnesty International implica “molteplici violazioni dei diritti umani” nei confronti della popolazione Rom/Sinti. Così come vengono concepiti nel suddetto piano, i campi sono luoghi di segregazione, di umiliazione e di limitazione delle libertà fondamentali.
Il ventilato insediamento di un campo Rom all’interno del nostro Municipio, comunque, ci pone di fronte a scelte cruciali. Chiediamo che il XVI Municipio approfitti di questa occasione per dimostrare che una soluzione migliore è possibile: il XVI Municipio si impegni a individuare, all’interno del proprio territorio un’area idonea, il più centrale possibile, per la collocazione dell’insediamento proposto dall’Amministrazione comunale.
Chiediamo altresì che il XVI Municipio, forte di questa sua disponibilità, si impegni a richiedere al Comune un allestimento che assicuri ai nuovi residenti la stabilità abitativa, il rispetto delle strutture sociali e familiari, libertà e diritti fondamentali - di movimento, di ospitalità, di accesso all'istruzione - e condizioni di vita dignitose.