lunedì 16 febbraio 2009

Stupri: “NO alla caccia al Rom. Politici non speculino sul dolore di una giovane vittima"

Comunicato stampa del gruppo EveryOne, 15 febbraio, 2009

“Le reazioni del mondo politico di destra che si stanno susseguendo in queste ore, in seguito alla notizia dello stupro avvenuto ai danni di una ragazzina 14enne nel parco della Caffarella a Roma, altro non sono che speculazioni sul dolore di una vittima indifesa, che hanno l’obiettivo di scatenare nei cittadini italiani offensive violentissime di stampo xenofobo e razzista ai danni del popolo rom, da sempre pacifico”. E’ la dichiarazione di Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, leader del Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i diritti umani.
Secondo le ricostruzioni – ancora confuse – della ragazzina e del suo fidanzatino, immobilizzato e picchiato mentre si consumava la violenza sessuale, gli aggressori sarebbero stati due, avrebbero avuto un forte accento dell’Est europeo e sarebbero stati armati di pistole e ben vestiti. “Quest’ultimo particolare,” sottolineano i leader del Gruppo “più di tutti mette in forte dubbio il fatto che fossero di etnia Rom, in quanto i Rom della zona vivono in condizioni di igiene e povertà tragiche: senza acqua corrente, vestiti di stracci e soprattutto impossibilitati a entrare in possesso armi da fuoco, visto che la questua non consente loro di procurarsi ormai nemmeno un pezzo di pane per sfamarsi”. EveryOne ricorda inoltre che finora mai nessun Rom è stato incriminato per un reato di stupro: Romulus Mailat – “Condannato peraltro in base alla testimonianza di una donna sofferente di gravi turbe psichiche,” ricorda EveryOne – era infatti un romeno-tedesco di etnia bunjas e i due presunti stupratori di Guidonia sono romeni, non Rom. “E’ comunque incivile e in contrasto con le più elementari norme di diritti umani attribuire il crimine di singoli a un intero popolo. Durante il nazismo, le SS inscenarono terribili delitti facendone ricadere la colpa sugli ebrei ed è possibile che i movimenti razzisti facciano lo stesso, oggi, contro i Rom, approfittando del clima di odio razziale che imperversa a Roma e in Italia. Esistono motivi fondati per temere, soprattutto a Roma, azioni di tale genere. Abbiamo preventivamente avvertito l’eurodeputata ungherese di origine rom Viktoria Mohacsì e i membri della Commissione europea affinché vigilino sin da subito sull’operato delle Istituzioni e delle autorità italiane, che in queste ore fanno a gara nel diffondere dichiarazioni xenofobe irresponsabili. E’ necessario” continuano Malini, Pegoraro e Picciau ”che l’Unione europea si renda conto di come il governo italiano e i politici più intolleranti, a partire da Storace e Alemanno, stiano strumentalizzando l’intera vicenda per creare un pretesto di pulizia etnica, con sgomberi simili a pogrom e la messa in strada di decine di innocenti, tra cui molti bambini e malati gravi, senza risorse per sopravvivere”. Il Gruppo EveryOne segnala inoltre un altro tragico evento, contemporaneo agli stupri, ma trascurato dai media: “La sera del 14 febbraio le autorità romane hanno rinvenuto all’interno di una baracca distrutta dalle fiamme il cadavere carbonizzato di un senzatetto, probabilmente Rom,” affermano i leader di EveryOne. “La macabra scoperta è stata fatta dai vigili del fuoco in via Filippo Tommaso Marinetti, fra Acqua Acetosa Ostiense e Laurentino. Questa tragedia, però, non ha ottenuto spazio sulle prime pagine dei quotidiani né all’interno dei telegiornali, così come sono costantemente ignorate le innumerevoli violenze – anche sessuali – perpetrate da intolleranti sulle ragazze e le donne di etnia Rom, che dopo gli sgomberi e gli arresti dei loro compagni rimangono in mezzo alla strada, esposte a pericoli di ogni genere”.

Per informazioni:
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sabato 14 febbraio 2009

Ogni individuo ha diritto a ricevere assistenza sanitaria

Intervista di Insiemearoma al Prof. Aldo Morrone, direttore della Struttura Complessa di Medicina Preventiva delle Migrazioni, del Turismo e di Dermatologia Tropicale dell'Istituto S. Gallicano (IRCCS) di Roma.
Ne riportiamo una parte. Per leggere il testo integrale di questa intervista, realizzata da Alessandro Micci: www.insiemearoma.it.

Cosa ne pensa dell'emendamento leghista approvato dal Senato, con cui si autorizza i medici a denunciare immigrati clandestini che si rivolgessero alle strutture sanitarie pubbliche per farsi curare?

Da oltre 25 anni opero in questo settore sanitario, a Trastevere, e diamo accesso al servizio sanitario a tutte le fasce deboli e agli immigrati, anche irregolari. Questa è una scelta di sanità pubblica molto importante, prevista dal comma 5 dell'art. 35 del Testo Unico in materia di sanità. Persino la Bossi-Fini non aveva preso in considerazione di modificare il comma citato, proprio per il suo valore sanitario, perché conserva l'accesso al servizio sanitario agli immigrati, anche clandestini, evitando grossi rischi per la salute pubblica.




Questa disposizione a suo avviso? compatibile con la professione di medico?

A mio avviso nessun operatore sanitario userà questo strumento per denunciare chi fa ricorso alla sanità pubblica. Sono sicuro che nessuno verrà meno alla deontologia professionale.

Allora qual è il rischio?

Il danno lo farà la paura, la percezione che si ha di questa norma. Questo provvedimento rischia di generare una forte paura tra gli immigrati, con il rischio di diffusione di malattie nel territorio; c'è il rischio che tutta una serie di malattie non vengano diagnosticate e non siano quindi trattate adeguatamente.

Ed è l'unico grave rischio?

No, questo apre la strada anche alla possibilità della nascita di mercati clandestini, dove gli immigrati non dovessero più fidarsi del servizio sanitario pubblico, pu? nascere l'offerta di un servizio clandestino, che sfrutti la situazione per guadagnare sproporzionatamente sulla loro pelle.

A che tipo di problemi si andrebbe incontro?

Far nascere la paura di rivolgersi al servizio sanitario pubblico può generare diversi problemi, tra cui il peggioramento delle malattie. Poi non dobbiamo dimenticare che attualmente il 35-40% delle interruzioni di gravidanza riguarda donne immigrate. Nell'ambito della tutela materna e infantile questo provvedimento può avere delle conseguenze gravissime, può favorire anche qui la ripresa del mercato clandestino.

Oppure pensi a malattie come l'AIDS o la Sifilide, malattie per le quali le prostitute sono particolarmente a rischio. Pensi se tutte la prostitute immigrate, in stato di clandestinità, non dovessero più venire a farsi curare o diagnosticare le malattie. Gli esami per queste malattie sono attualmente del tutto anonimi, e gratuiti su tutto il territorio nazionale. Sulla diagnosi di queste malattie si evita assolutamente il nome e il cognome ed ogni elemento di identificazione del paziente.

Come considera complessivamente questa disposizione?

L'art. 32 della nostra costituzione tutela l'individuo, ogni individuo ha diritto a ricevere assistenza sanitaria. Il diritto ad essere curati è antecedente alla cittadinanza. Questo è un punto importantissimo, di cui i nostri padri costituenti si sono mostrati consapevoli.

Si parla di individui e non di cittadini.

Il S. Gallicano svolge dal 1985 servizio di prevenzione e questo ci è stato riconosciuto con un premio dato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità
nel 2002, per l'opera svolta nel facilitare l'accesso alle cure alle fasce a maggior rischio, agli immigrati, avvalendosi anche dell'aiuto dei mediatori
culturali.

La salute pubblica è un bene supremo che va salvaguardato ad ogni costo.