Badante ucraina muore per un'emorragia, senza chiedere aiuto: temeva una denuncia e l'espulsione
Bari, 10 giugno 2009. Il marchio della "clandestinità" uccide ancora. Vira Orlova, badante ucraina di 39 anni, incinta, è morta dissanguata all'interno dell'appartamento in cui lavorava, a Torre a Mare, in provincia di Bari. Dopo tante ricerche, aveva da poco trovato un'occupazione. Improvvisamente, si è sentita male e ha cominciato a sanguinare, ma non ha chiamato nessuno: la paura di perdere il lavoro o di essere denunciata per la sua condizione "irregolare" l'ha bloccata. Ha cercato una bacinella, in cui ha raccolto il sangue che abbandonava il suo corpo, a causa di un aborto spontaneo. Ha resistito, sperando di farcela. Ma l'emorragia non si è arrestata e Vira, che si faceva chiamare Ylenia, è caduta al suolo, dove ha perso la vita. Nella stanzetta in cui alloggiava, a Mola di Bari, ospite di amiche "clandestine" come lei, i carabinieri hanno trovato il suo passaporto, senza i visti di ingresso.
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