lunedì 12 ottobre 2009

DOCUMENTAZIONE. GIULIANO CAZZOLA: GLI IMMIGRATI NON TOLGONO LAVORO E SONO ANZI NECESSARI ALL'ECONOMIA ITALIANA

[Dal sito del quotidiano "Il sole - 24 ore" riprendiamo il seguente intervento del 3 settembre 2009 col titolo "Una risorsa chiamata immigrati" e la nota redazionale "Giuliano Cazzola e' deputato del Pdl e vicepresidente della Commissione Lavoro pubblico e privato"]

Dai dati Istat del primo trimestre 2009 emerge che 222.000 nuovi occupati stranieri hanno consentito di dimezzare il tasso di disoccupazione complessivo (essendo i disoccupati italiani aumentati di oltre 426.000 unita'). Nei giorni scorsi, un'indagine della Confartigianato ha messo in evidenza che, a fronte del fabbisogno nel settore di quasi 100.000 lavoratori qualificati, almeno un terzo dei posti viene rifiutato. La situazione sarebbe ancora piu' grave senza l'apporto della manodopera immigrata.

Gli stranieri (extracomunitari e non) sono, poi, una componente strutturale dell'economia e non sottraggono lavoro agli italiani, in quanto i nostri concittadini, anche quando fossero in numero sufficiente a offrire lavoro corrispondente alla domanda (non si dimentichi mai il declino demografico), evitano con cura, se possono, di svolgere quelle mansioni in cui sono impiegati gli stranieri. E non si tratta soltanto di posti in fonderia o nell'edilizia, o di servizi alla persona (le badanti non italiane sono in numero maggiore delle persone occupate nelle strutture di assistenza pubbliche e private, le quali sono in larga misura anch'esse straniere). O del turismo e dell'agricoltura. Ormai anche il lavoro nell'industria manifatturiera e' sempre piu' coperto da stranieri.

La politica, allora, deve gestire i problemi con rigore e fermezza, senza mai voltare le spalle alla razionalita'. L'immigrazione, infatti, e' non solo una necessita', ma puo' essere pure un'importante risorsa. Ipotizzando per assurdo uno scenario - da oggi al 2030 - a immigrazione uguale a zero, nei principali paesi europei la popolazione complessiva diminuirebbe di 27 milioni, quella in eta' lavorativa di 20 milioni, gli ultrasessantacinquenni sul complesso della popolazione salirebbe al 26,5%; sulla popolazione compresa tra 20 e 64 anni, al 44%. L'immigrazione, dunque, rimanda nel tempo il declino della popolazione e rallenta il declino dovuto all'invecchiamento. Quanto all'incidenza dell'immigrazione sullo sviluppo economico del paese (si veda un recente saggio di Andrea Stuppini, pubblicato sulla rivista "Il Mulino") l'apporto lavorativo degli stranieri nell'anno 2006 era stimato pari a oltre 122 miliardi (9,2% del Pil).

Partendo dai dati Inps, e' possibile calcolare, poi, il gettito contributivo e ottenere una valutazione realistica del gettito fiscale. Il montante contributivo generato dal lavoro degli immigrati risultava, nel 2007, pari a 6,4 miliardi tra i lavoratori dipendenti (2 miliardi a carico del lavoratore, e 4,4 miliardi a carico dei datori), 317 milioni per gli autonomi e 242 milioni per i parasubordinati per un totale di quasi 7 miliardi, dei quali oltre 2,5 miliardi a carico dei lavoratori. Questa cifra rappresenta circa il 4% di tutti i contributi previdenziali versati in Italia nel 2007.

Quanto al prelievo fiscale, i versamenti Irpef dei lavoratori stranieri ammontano a oltre 1,336 miliardi, cui vanno sommati circa 209 milioni di addizionali regionali e circa 60 milioni di addizionali comunali, applicando un'aliquota media del 6,9%, che comprende le detrazioni da lavoro dipendente, per il livello di reddito indicato e tenendo conto che il 42,4% dei lavoratori stranieri risulta privo di carichi familiari. Per quanto riguarda il lavoro autonomo, ipotizzando un reddito medio annuo di 15.000 euro, il gettito a tale titolo ammonta a circa 204 milioni. Dai dati relativi alle unita' immobiliari acquistate dagli immigrati nel 2007, e' possibile stimare i valori relativi a imposte ipotecarie, catastali e di registro per un valore totale di oltre 211 milioni.

Emerge, in conclusione, un gettito fiscale di oltre 3,106 miliardi, mentre il reddito imponibile e' in progressivo aumento: superiore a 21 miliardi nel 2007; erano 18,4 miliardi nel 2006 e 16,7 miliardi nel 2005. Quello del gettito citato e' un dato parziale perche' non tiene conto di altre imposte come Ires, Irap, oli minerali e lotterie, per le quali il gettito riconducibile agli immigrati e' si' piu' ridotto, secondo le stime, ma sicuramente non trascurabile. Certo, nessun paese puo' permettersi di aprire le proprie frontiere a tutti i "dannati della terra". Ma l'operazione in corso della regolarizzazione delle colf e delle badanti e' la dimostrazione dell'esistenza di una "zona grigia" tra clandestinita' e regolarizzazione - una soluzione di continuita' di cui tenere conto - che non puo' essere definita tracciando una linea di confine netta. Spesso il fenomeno della clandestinita' e' la conseguenza di norme non adeguate e poco flessibili sull'immigrazione regolare.

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