venerdì 7 settembre 2012
Ancora una tragedia del mare a Lampedusa.
Ancora una volta ci troviamo davanti ad un’altra tragedia del mare e della disperazione. Ieri sera le acque di Lampedusa si sono trasformate da mezzo di speranza in atroce incubo. Alle 18 è stato lanciato via telefono un SOS che ha permesso ai soccorritori di raggiungere, a circa 10 miglia al largo dell’isola Siciliana, i superstiti di quello che ancora non si può dire con certezza se fosse un naufragio oppure un meschino abbandono da parte di una banda di sciacalli del mare.
Sono cinquantasei i superstiti dichiarati, ma all’appello mancherebbero una quarantina di immigrati. Potremmo trovarci davanti ad un vero e proprio sterminio simile a quello che l’altro ieri ha restituito dai mari della Turchia i cadaveri di cinquantotto immigrati, tra cui molte donne e bambini, provenienti dalla Siria e dall’Iraq.
Queste persone sono vittime della guerra, della disperazione, della paura, dell’oppressione e l’Italia e l’Europa dovrebbero guardarle in faccia uno ad uno.
Sono vittime anche dell’indifferenza degli stati che ancora non sono riusciti a studiare una politica internazionale in grado di mirare all’accoglienza dei migranti, al controllo delle vie migratorie e alla salvaguardia dei diritti umani in patria e all’interno dei paesi che accolgono i migranti.
Il governo Monti porti il nostro Paese al passo con gli altri Stati civili dell’Unione Europea garantendo un’accoglienza ai migranti che salvaguardi anche la dignità delle persone. (da Monica Cerutti)
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