martedì 14 aprile 2009

Da Il Manifesto dell'11 aprile 2009

Non va in ospedale perché irregolare, giovane gravissimo

di Alessandro Braga

Deve aver pensato che sopportare un po' di mal di pancia sarebbe pur sempre stato meglio che rischiare di ritrovarsi con un foglio di espulsione in mano, con biglietto aereo sola andata già allegato. Peccato che i dolori addominali fossero causati da un'appendicite, trasformatasi poi in peritonite. Adesso è ricoverato all'ospedale san Matteo di Pavia. È già stato operato cinque volte, non si sa se riuscirà a sopravvivere. Sono solo i primi effetti della legge tanto cara alla Lega, che permetterebbe ai medici di denunciare gli immigrati irregolari. Non è ancora entrata in vigore, ma le sue «vittime» le ha già fatte.
Carlos ha ventun anni. È arrivato in Italia dalla Bolivia tre anni fa, non ancora maggiorenne. Fa il muratore in un'azienda di Pavia. Il suo permesso di soggiorno, richiesto nel 2007, dovrebbe arrivare a breve. Il suo datore di lavoro aspetta solo quello per metterlo in regola. Per dieci giorni se n'è rimasto a letto, con dolori addominali fortissimi e febbre altissima. Ha provato a placare le sofferenze con antipiretici e antidolorifici. Ai suoi amici che lo volevano convincere ad andare all'ospedale, ripeteva continuamente «se mi ricovero vengo espulso». Per giorni. Quando ha perso i sensi per il dolore, gli altri ragazzi che condividono con lui un vecchio appartamento alla periferia della città lombarda si sono convinti, e si sono rivolti all'ambulatorio della Caritas. Dove i volontari si sono resi immediatamente conto delle condizioni del ragazzo, e lo hanno subito portato al pronto soccorso dell'ospedale san Matteo di Pavia. Visitato d'urgenza, Carlos è stato portato in sala di rianimazione. Il referto stilato dai medici è chiaro: «Peritonite acuta, con un'infezione che interessa anche i polmoni e blocco della diuresi». È stato operato cinque volte, l'ultima due giorni fa. I medici non sanno se ce la farà. Fosse andato in ospedale subito, se la sarebbe cavata con molto meno: un'operazione di routine, qualche giorno di degenza e poi dritto a casa. Sua, quella in Italia. Perché i medici del san Matteo non lo avrebbero certo denunciato. Patrizia Monti, della direzione medica di presidio del Policlinico pavese, si appella a tutti gli immigrati della provincia: «State tranquilli, venite a farvi curare, nessuno vi denuncerà». Anche don Dario Crotti, direttore della Caritas pavese, attacca: «La storia di Carlos è emblematica di come vivono oggi gli immigrati e mette in luce la paura di chiedere aiuto, di farsi curare quando si sta male e si rischia la vita». Ma la paura tra gli stranieri irregolari è tanta. I precedenti, purtroppo, non giocano a loro favore. C'è stata la vicenda di Kante, la donna ivoriana denunciata a Napoli mentre era in ospedale per partorire. A Brescia, pochi giorni fa, una storia simile. Un ragazzo senegalese, Maccan Ba, dopo quattro giorni senza riuscire a dormire e mangiare per un ascesso, è andato in ospedale per farsi curare. Mentre andava a pagare il ticket è stato avvicinato da una guardia giurata che lo ha trascinato in caserma. Ne è uscito dopo un intero pomeriggio con un foglio di via in mano. Siamo solo all'inizio. La legge ancora non c'è, ma già i migranti hanno paura ad andare negli ospedali. E di casi come quello di Carlos, di Kante, di Maccan, ce ne saranno, purtroppo, molti altri.

giovedì 9 aprile 2009








TERREMOTO IN ABRUZZO

Appello di Fabio Bellini
presidente del Municipio 16

Il Municipio sta organizzando, a partire da mercoledì 8.4.2009, nel cortile del Municipio Roma XVI, un centro di raccolta di generi di prima necessità da inviare alla popolazione abruzzese, colpita dal terremoto nella notte di domenica 5 aprile. Il centro sarà gestito dall'Organizzazione di Volontariato della Protezione Civile e Sanità "Radio e Non Solo" Roma, che presta da tempo la sua opera presso il presidio di pronto intervento, istituito dal Municipio, nel mercato domenicale di Porta Portese e sta già collaborando con la Protezione Civile nei paesi terremotati.
Il punto di raccolta osserverà il seguente orario:dal lunedì al giovedì dalle ore 8.00 alle ore 18.00 venerdì dalle ore 8.00 alle ore 16.00.
Per coloro che vogliono contribuire ai soccorsi, si specifica che i generi di prima necessità richiesti, che devono essere nuovi, sono i seguenti: coperte, sacchi a pelo, cuscini, brande da campeggio, indumenti intimi uomo/donna/ bambino, indumenti per bambini, pantaloni uomo/donna, pannolini per neonati, biberon per neonati; generi alimentari a lunga conservazione: latte a lunga conservazione, latte in polvere per bambini, scatolette di carne e tonno, pomodoro in scatola, pasta/riso
I volontari di "Radio e Non Solo" Roma rilasceranno una ricevuta di presa in carico dei generi offerti.
Ringraziandovi per la partecipazione e la solidarietà, vi invio i miei più cordiali saluti.Il Presidente Fabio Bellini

Alcune indicazioni per aiutare le popolazioni colpite
IN OSPEDALE PER UN MAL DI DENTI, ESPULSO SENEGALESE

La storia di Maccan Ba, clandestino 32enne. La direzione degli Spedali Civili respinge qualsiasi accusa

BRESCIA—Espulso per un mal di denti. E dire che Maccan Ba, senegalese di 32 anni, clandestino, in ospedale non ci voleva proprio andare. Ma dopo 4 giorni senza dormire e mangiare a causa del dolore, non ce l’ha fatta più ed è corso agli Spedali Civili. Ha pagato il ticket e si è messo in coda.

Ma Maccan dall’ospedale è finito dritto in Questura, con il suo ascesso che gli faceva vedere le stelle. «Mi hanno prelevato nella sala d’attesa del pronto soccorso odontoiatrico —racconta Maccan che ora vive con il foglio di via in tasca nascondendosi in casa di amici e parenti —. Non saprei dire chi mi ha denunciato, se il medico o la guardia giurata a cui ho chiesto indicazioni per arrivare al pronto soccorso. Sta di fatto che sono stato espulso e d’ora in poi non metterò mai più piede in un ospedale».

La direzione degli Spedali Civili respinge qualsiasi accusa e chiosa: «Nei primi tre mesi dell’anno abbiamo assistito 1.006 pazienti extracomunitari. Nessuno di questi è mai stato denunciato perché clandestino. Nel caso specifico è stata una guardia giurata a chiamare la polizia dopo che l’uomo si era rifiutato di lasciare l'ospedale». Oggi davanti all’ospedale ci sarà un sit-in di protesta dell’Associazione «Diritti per tutti».

Giuseppe Spatola
09 aprile 2009 (ultima modifica: 10 aprile 2009)

Da il Corriere della Sera online