martedì 29 marzo 2011
Lampedusa, intervista a un ragazzo tunisino.
La testimonianza, raccolta dagli attivisti della Campagna Welcome, descrive la condizione dei migranti, per lo più tunisini, che si trovano a Lampedusa in condizioni disumane.
Abdel, volto giovane ma segnato dalla stanchezza, è arrivato sull’isola la sera del 20 marzo dopo un viaggio di 18 ore; sull'imbarcazione c'erano 350 persone, tra cui diverse donne e 5 bambini molto piccoli. Ii bambini con i familiari sono stati trasferiti in strutture d’accoglienza, mentre lui e i suoi compagni sono stati abbandonati a se stessi.
Ci spiega che la situazione in Tunisia rimane drammatica e non offre prospettive: la stragrande maggioranza vorrebbe andare in Francia, dove molti hanno parenti e conoscenti che da tempo gestiscono attività economiche.
Attualmente la polizia non controlla le coste tunisine, come faceva durante il governo di Ben Alì: ora è possibile partire con una barca pagando 2.000 dinari (1.000€).
Abdel racconta che in questi giorni non è stato assistito in alcun modo: «le persone arrivate con me dormono per strada da più di sette giorni, in posti di fortuna, esposti al freddo e all’umidità della notte e sono costretti a procurarsi del cibo presso i bar e ristoranti dell’isola, perché quello che viene dato ai profughi è molto scadente ed anche insufficiente». «Le persone di Lampedusa…tutto bene» dice il ragazzo e sorride , «sono brave! un grazie per tutto a loro».
Intervista del 28 marzo 2011
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