domenica 27 marzo 2011
Le rivoluzioni nel Mediterraneo ed i reazionari della sponda nord
I ministri della destra al governo agitano l’immigrazione come spauracchio politico ed annunciano sventure "fondate" su numeri buttati lì a casaccio: «invasione di 300 mila profughi» (Frattini), "esodo biblico" e "Tsunami umano" (La Russa e Maroni).
Se rileggiamo in sequenza i titoloni di prima pagina di Libero, Il Giornale e La Padania comprendiamo la costernazione con cui i nostri governanti vivono questi cambiamenti storici. “Maroni: stop all’invasione” (11 febbraio). “Travolti dall’orda. E l’Ue dorme. Crisi senza precedenti, un altro Muro di Berlino. Respingimenti impossibili senza la collaborazione della Tunisia. Sempre più elevato il rischio infiltrazioni di Al Qaeda” (15 febbraio). “Maroni: Libia, pericolo Al Qaeda” (25 febbraio). “Maroni: l’argine sta crollando” (8 marzo).
Il ministro dell'interno semina il panico e sposa la propaganda di Gheddafi, sia quando accusa gli insorti di essere terroristi, sia quando minaccia l’assalto dei profughi alle coste europee. Il governo ignora gli sviluppi positivi che possono venire dalle rivoluzioni democratiche della sponda sud del Mediterraneo: dopo la cacciata dei dittatori-amici, i reazionari si sono asserragliati sulla sponda nord.
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