Si chiama Ivan l’ultimo eroe dell’Italia. Ha 26 anni, studia ingegneria al politecnico di Torino e per pagarsi le tasse universitarie raccoglie i pomodori nel Salento, in Puglia. Ha la pelle scura, viene da Camerun. È diventato il paladino dei diritti dei braccianti agricoli stagionali di Nardò, quelli che raccolgono i pomodori che arrivano sulle nostre tavole.
Chiede diritti per sé e per gli altri. Chiede giustizia e rispetto come esseri umani e come lavoratori: “Vogliamo contratti veri. Vogliamo un salario dignitoso. Vogliamo che il prezzo dei cassoni sia proporzionale al rendimento e al nostro sforzo. Non vogliamo più trattare con i caporali. Vogliamo più controlli nei campi”.
Insomma chiede che in Italia lo stato di diritto valga anche per loro. Per questo lo hanno minacciato di morte. Ma Ivan dice di non avere paura. E non intende fermarsi.
Ancora una volta in Italia le battaglie per i diritti le fanno loro, gli immigrati, anche quelli che amiamo chiamare clandestini, cioè quelli che per la nostra legge sono fuori legge.
di Daniela de Robert di Art. 21
mercoledì 10 agosto 2011
giovedì 4 agosto 2011
Flussi migratori e diritti dei migranti.
Il 2 agosto il Senato ha approvato il "decreto rimpatri" per recepire la direttiva europea relativa al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.
In effetti ha cambiato la normativa in peggio, estendendo a 18 mesi la permanenza nei CIE. Inoltre non sono state rafforzate le garanzie e i diritti dei soggetti trattenuti, né è stato previsto un miglioramento delle condizioni di vita nei Centri- luoghi che hanno dimostrato di non garantire nè accoglienza nè sicurezza.
Inoltre ha adottato il rimpatrio volontario dei cittadini stranieri irregolari come ultima opzione, ma insistendo con i rimpatri forzosi- dimostratisi ad oggi del tutto inefficienti.
Servono invece disposizioni per incoraggiare il rimpatrio volontario, garantendo il ritorno nel paese d'origine se non sussistono rischi per la vita e libertà del migrante e nel rispetto della dignità di ogni essere umano.
In effetti ha cambiato la normativa in peggio, estendendo a 18 mesi la permanenza nei CIE. Inoltre non sono state rafforzate le garanzie e i diritti dei soggetti trattenuti, né è stato previsto un miglioramento delle condizioni di vita nei Centri- luoghi che hanno dimostrato di non garantire nè accoglienza nè sicurezza.
Inoltre ha adottato il rimpatrio volontario dei cittadini stranieri irregolari come ultima opzione, ma insistendo con i rimpatri forzosi- dimostratisi ad oggi del tutto inefficienti.
Servono invece disposizioni per incoraggiare il rimpatrio volontario, garantendo il ritorno nel paese d'origine se non sussistono rischi per la vita e libertà del migrante e nel rispetto della dignità di ogni essere umano.
martedì 2 agosto 2011
L'Italia irresponsabile con i migranti
1° agosto: una giornata nera per il nostro Paese, totalmente inadeguato ad affrontare l'immigrazione.
Da una parte il drammatico spettacolo dei 25 corpi allineati in sacchi di plastica sul molo di Lampedusa, dall’altra le proteste nei centri "di accoglienza" di Bari e Capo Rizzuto.
Le amministrazioni locali, senza poteri nè mezzi economici, non sono in grado di gestire le aspettative e le proteste di persone in attesa dello status di rifugiato, esasperate perché recluse senza aver commesso reati.
Non è giusto finanziare - con ingenti stanziamenti- le missioni militari, e disinteressarsi dei migranti, soprattutto di coloro che scappano dalle guerre. (M.C.)
lunedì 1 agosto 2011
Tragedia a Lampedusa: 25 cadaveri su un barcone
Dall'inizio dell'anno i morti nel Canale di Sicilia sono almeno 1.674, un dato senza precedenti. I naufragi sono otto volte più numerosi sulla rotta libica che non su quella tunisina. Forse perché gli imbarchi sono gestiti direttamente dalle milizie del regime?
La macabra scoperta è avvenuta questa mattina all'alba, quando la Guardia costiera ha iniziato il trasbordo dei 271 passeggeri di un vecchio peschereccio libico a poco più di un miglio da Lampedusa. Li hanno trovati nella sala macchine. Erano tutti ragazzi, 25 persone. Sono morti asfissiati per i fumi del motore e per il caldo. Sarebbero morti due giorni fa, poco dopo la partenza. Il peschereccio su cui viaggiavano, una barca di 15 metri, era così sovraccarico che nonostante le loro richieste d'aiuto dalla stiva, chi stava sul ponte non aveva lo spazio per spostarsi e aprire la botola per farli uscire. La procura di Agrigento ha annunciato l'apertura di un'inchiesta.
La macabra scoperta è avvenuta questa mattina all'alba, quando la Guardia costiera ha iniziato il trasbordo dei 271 passeggeri di un vecchio peschereccio libico a poco più di un miglio da Lampedusa. Li hanno trovati nella sala macchine. Erano tutti ragazzi, 25 persone. Sono morti asfissiati per i fumi del motore e per il caldo. Sarebbero morti due giorni fa, poco dopo la partenza. Il peschereccio su cui viaggiavano, una barca di 15 metri, era così sovraccarico che nonostante le loro richieste d'aiuto dalla stiva, chi stava sul ponte non aveva lo spazio per spostarsi e aprire la botola per farli uscire. La procura di Agrigento ha annunciato l'apertura di un'inchiesta.
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