venerdì 4 ottobre 2013

Lampedusa, un canale umanitario per evitare le stragi

Mentre ancora si contano le vittime della grave tragedia che ha visto un barcone carico di oltre 500 migranti andare a picco a largo dell’isola dei Conigli (per ora i superstiti sono 155). torna a gran voce la richiesta di istituire un canale umanitario, che permetta un ingresso protetto nei paesi europei e di fare richiesta di asilo e protezione umanitaria direttamente alle istituzioni Ue presenti nei paesi di partenza. Una soluzione che potrebbe evitare che si ripetano tragedie come le ultime sulle sponde di Lampedusa.
Lo chiedono innanzitutto le associazioni che si occupano di migranti.
“La soluzione sarebbe che l'Europa metta in campo un progetto di accoglienza per i richiedenti asilo e rifugiati, aprendo un corridoio umanitario protetto per chi è bisognoso di protezione internazionale, solo con strumenti di ingresso legale si possono sottrarre migliaia di disperati dalle mani dei trafficanti”, sottolinea don Mussie Zerai, presidente dell’associazione Habescia che lavora in particolare al fianco dei profughi provenienti dal Corno d’Africa.
“Non bisogna chiudere le porte in faccia a chi arriva a chiedere protezione –aggiunge -, fino ad oggi l'Europa ha pensato solo a proteggere la sua fortezza, ma quando intorno c’è tanta disperazione non c’è fortezza che tenga”.
Anche il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) chiede che ai migranti sia garantito un ingresso protetto. “La possibilità di richiedere asilo in Italia e nell’Unione Europea a oggi dipende dalla presenza fisica della persona nel territorio di uno stato membro –sottolinea Cristopher Hein - Ma le misure introdotte nell’ambito del regime dei visti e delle frontiere dell’Ue hanno reso praticamente impossibile per quasi tutti i richiedenti asilo e rifugiati raggiungere i territori dell’Ue in modo legale.
– Ci sono diverse modalità con cui i richiedenti asilo e rifugiati potrebbero entrare in Europa in modo regolare, ma sono poco utilizzate dagli stati europei: il reinsediamento di rifugiati da un paese di primo asilo, le operazioni di trasferimento umanitario attivate nel contesto di emergenze umanitarie, l’uso flessibile dei visti e le procedure di ingresso protetto che consentono ad un cittadino di uno stato terzo di poter chiedere asilo già nel paese di origine o di transito.
L’Italia e l’Europa devono dotarsi di questi strumenti: è un passaggio indispensabile per cercare di dare alternative alla lotteria della morte del Mediterraneo” conclude Christopher Hein..

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