Gennaio 2010, Rosarno, Calabria. Le manifestazioni di rabbia degli immigrati mettono a nudo le condizioni di degrado e ingiustizia in cui vivono quotidianamente migliaia di braccianti africani, sfruttati da un'economia fortemente influenzata dal potere mafioso della 'Ndrangheta. Per un momento l'Italia si accorge di loro, ne ha paura, reagisce con violenza, e in poche ore Rosarno viene "sgomberata" e il problema "risolto". Ma i volti e le storie dei protagonisti degli scontri di Rosarno dicono che non è così. Scovarle e dare loro voce è oggi forse l'unica via per restituire al Paese la propria memoria: quella di quei di giorni di violenza e quella del proprio recente quanto rimosso passato di miseria rurale.
E inoltre: Magna, Italia! un racconto fotografico da Rosarno
sabato 18 settembre 2010
venerdì 17 settembre 2010
La minestra riscaldata di Sarkozy
Sarkozy in Francia sta cercando di recuperare i consensi persi alzando il tiro contro immigrati e rom. Una ricetta facile che probabilmente userà anche il suo collega Berlusconi – aiutato dai leghisti – nella oramai prossima campagna elettorale nostrana. Una minestra riscaldata riproposta agli ingenui elettori francesi e italiani. Sarkozy ha convocato agli inizi di settembre i ministri degli interni dei Paesi più esposti all’immigrazione africana. Eppure la disciplina dell’immigrazione e dell’asilo rientra inequivocabilmente nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. Ogni accordo tra Stati della Ue fuori dalla cornice procedurale del Trattato di Lisbona sarebbe irrispettoso delle prerogative europee.
giovedì 16 settembre 2010
Roma: l'assessore Marsilio e la cittadinanza
L’assessore Marsilio ha dichiarato stamane che “è grave considerare italiani i bambini nati in Italia”.
Ricordo all’assessore che lo ius soli, ovvero l’acquisto della cittadinanza in base al paese di nascita, è vigente in moltissimi paesi del mondo, quali la Francia e gli Stati Uniti, proprio per consentire la maggiore integrazione possibile agli stranieri nei luoghi connotati da forte immigrazione, come è diventato il nostro paese.
Quindi, cio’ che è considerato “grave” per concezioni arretrate, restrittive e tendenzialmente contrarie all’inclusione e all’integrazione, sarebbe auspicabile invece nel nostro paese, dove lo ius sanguinis non ha più regione di esistere, essendo l’Italia non più connotata dall’emigrazione quanto dall’immigrazione di stranieri, che vivono, lavorano, pagano le tasse nel nostro paese e creano delle famiglie i cui bambini, al di là del loro sangue, della razza, del colore della pelle, nascendo in Italia sono italiani di fatto, parlano la medesima lingua dei loro coetanei, mangiano gli spaghetti e tifano per Totti.
Continueremo in ogni modo a sostenere la strada dell’integrazione e dell’accoglienza, anche combattendo, in sede istituzionale, per il cambiamento delle regole sull’acquisizione della cittadinanza.
Gemma Azuni, consigliera comunale
lunedì 13 settembre 2010
Scuola, ecco la prima B "In classe tutti immigrati"
Presidi, insegnanti e genitori lo avevano predetto già lo scorso gennaio. Il tetto del 30 per cento per gli alunni stranieri nelle prime classi, introdotto dal ministro Gelmini, sarebbe stato impossibile da rispettare, soprattutto nei quartieri multietnici delle grandi città. È successo così che moltissime scuole abbiano chiesto una deroga agli uffici scolastici regionali, determinando una situazione analoga a quella degli anni scorsi per quanto riguarda la composizione delle classi. È il caso dell´ex scuola elementare Pisacane (già al centro delle polemiche proprio per l´elevata concentrazione di studenti immigrati, pari all´ottanta per cento) e della media Pavoni, che domani riprenderà le lezioni con una classe formata solo da bimbi stranieri.
Nella prima B della scuola elementare, infatti, tutti i 19 alunni saranno di origine non italiana, con una prevalenza di bambini cinesi e bengalesi. "L´unico italiano iscritto ha chiesto il nulla osta per il trasferimento" - dichiara la preside.
domenica 5 settembre 2010
Rom: schedature, sgomberi, deportazioni
Un altro bambino è morto bruciato in un campo rom di Roma. Dopo la dichiarazione dello stato d'emergenza, i foto segnalamenti e i censimenti più volte replicati (7.000 rom censiti su 20.000 presunti) gli annunci di aver smantellato 100 insediamenti abusivi, la drammatica morte di un bambino nel rogo di una baracca evidenzia a tutti la realtà.
Negli ultimi due anni l'amministrazione Alemanno ha peggiorato le condizioni di vita dei Rom e dei Sinti, utilizzati come falsa emergenza da sbattere in prima pagina per coprire l'inconcludenza delle politiche messe in campo dalla giunta. I sette campi attrezzati della città sono sovraffollati con un deterioramento delle condizioni igienico sanitarie e della vivibilità; i processi di inclusione sociale e scolastica sono stati compromessi dai trasferimenti, le risorse impegnate per la vigilanza armata e i sistemi di video-sorveglianza.
venerdì 3 settembre 2010
Piazza Farnese, manifestazione contro il razzismo
Domani, sabato 4 settembre, manifestazione contro il razzismo e le discriminazioni contro i Rom anche per contestare le deportazioni in atto in Francia e in Italia nonche' la fallimentare politica dei campi nomadi su cui si e' sbagliato in passato e si continua a sbagliare anche oggi.
In questi anni la situazione dei nomadi nella Capitale e' progressivamente peggiorata. Roma e' stata persino oggetto dei richiami e delle osservazioni degli organismi internazionali. Il tragico episodio avvenuto pochi giorni fa a Muratella, ha messo in luce il fallimento definitivo delle politiche per i Rom di questi anni tanto da rendere necessario un ripensamento radicale delle iniziative sin qui adottate.
La politica dei campi nomadi, infatti, ha solo favorito un processo di emarginazione e di allontanamento di questa comunita' dalla citta', quando sarebbe stato necessario promuovere interventi per favorire, in modo incisivo, le politiche di accoglienza e la scolarizzazione dei bambini.
E' in atto una pericolosa sovrapposizione tra il tema della sicurezza e la questione nomadi, che sta alimentando una attivita' persecutoria nei confronti delle popolazioni Rom e Sinti. Una deriva che chi crede nei diritti umani e nella dignita' della persona ha il dovere di contrastare con forza.
In questi anni la situazione dei nomadi nella Capitale e' progressivamente peggiorata. Roma e' stata persino oggetto dei richiami e delle osservazioni degli organismi internazionali. Il tragico episodio avvenuto pochi giorni fa a Muratella, ha messo in luce il fallimento definitivo delle politiche per i Rom di questi anni tanto da rendere necessario un ripensamento radicale delle iniziative sin qui adottate.
La politica dei campi nomadi, infatti, ha solo favorito un processo di emarginazione e di allontanamento di questa comunita' dalla citta', quando sarebbe stato necessario promuovere interventi per favorire, in modo incisivo, le politiche di accoglienza e la scolarizzazione dei bambini.
E' in atto una pericolosa sovrapposizione tra il tema della sicurezza e la questione nomadi, che sta alimentando una attivita' persecutoria nei confronti delle popolazioni Rom e Sinti. Una deriva che chi crede nei diritti umani e nella dignita' della persona ha il dovere di contrastare con forza.
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