L’immigrazione di popolazioni in fuga da guerre e miserie rappresenta un dato strutturale, direi inevitabile. Tuttavia l’accoglienza non ha solo aspetti umanitari, ma riguarda direttamente i nostri interessi, perché per l’Europa e per l’Italia, in crisi economica e in stasi demografica, gli immigrati sono la salvezza.
Invece, vediamo sia in Europa che in Italia svilupparsi campagne politiche-culturali di stampo xenofobo, il cui significato dal punto di vista della civile convivenza è ormai sotto gli occhi di tutti, come dimostra anche la rivolta di Lampedusa.
Ma è preciso anche il significato economico di quelle campagne: accumulare una forza-lavoro da tenere in condizioni semi-schiavistiche da contrapporre alla forza-lavoro indigena, per una sorta di guerra fra poveri. Nel processo di precarizzazione del mercato del lavoro la presenza di manodopera straniera sommersa e in ‘nero’, serve a consentire che si possa abbattere il costo del lavoro e, con esso, di abbattere anche le tutele e i diritti dei lavoratori.
Non capisco proprio coloro che, con sentimenti di forte critica e opposizione al governo Berlusconi, salvano il ministro Maroni, che è soltanto un ottimo propagandista.
Nel nostro Paese, ogni 5 euro che si spendono sul capitolo migranti, 4 euro sono per la repressione e 1 euro per le politiche di inclusione. Lampedusa è stata sin dall’inizio della crisi del Nord Africa un problema vissuto dal governo e dal suo ministro dell’Interno più che altro in rapporto con l’elettorato leghista.
Avremmo dovuto consentire il rilascio del permesso di soggiorno per ragioni umanitarie senza distinguere fra gli esseri umani che sbarcano, fra tunisini considerati migranti economici e libici considerati profughi: come si fa a fare certe distinzioni nel caos incandescente della sponda sud del Mediterraneo? Possibile che nessuno avverta come insopportabile questo prezzo di vite umane, in un Mediterraneo divenuto un cimitero liquido?.
Noi abbiamo un’altra idea di paese e un’altra idea di cittadinanza. E per questo motivo oggi ho firmato in un gazebo in piazza del Pantheon a Roma due proposte di legge di iniziativa popolare sul diritto di cittadinanza e di voto alle elezioni amministrative per le persone di origine straniera che vivono e lavorano nel nostro Paese.
giovedì 22 settembre 2011
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