sabato 17 marzo 2012

Nel X Municipio arriva la «Civil card»


Approvata dalla Giunta del X Municipio la delibera che istituisce la tessera da rilasciare ai cittadini nati in Italia da genitori stranieri proprio per certificare il loro diritto di pre – cittadinanza.

Una tessera nominativa da rilasciare ai cittadini nati in Italia da genitori stranieri per certificare il loro diritto di pre-cittadinanza: è la Civil Card, approvata con delibera di Giunta dal X Municipio, martedi 6 marzo 2012. Rilasciata attraverso gli uffici anagrafici del piccolo Campidoglio di Cinecittà, la card ha lo scopo di ricordare ed esplicitare il diritto di riconoscimento della cittadinanza italiana a tutti quei neo-diciottenni nati in Italia da genitori stranieri e residenti in modo continuativo e permanente.
Al compimento del diciottesimo anno di età, un giovane nato in Italia da genitori stranieri che dimostri residenza continuata e permanente può chiedere di ottenere la cittadinanza: il processo non è automatico e richiede un tempo in cui i diritti delle persone coinvolte sono per così dire “sospesi”. L’ordinamento giuridico italiano, infatti, non detta a livello costituzionale i principi relativi alle modalità di acquisizione della cittadinanza, ma individua nella legge n.91 del 1992 il principio generale nello “ius sanguinis”, ovvero nella trasmissione della cittadinanza per discendenza. Lo “iure soli”, invece, ovvero il diritto all’ottenimento della cittadinanza connesso alla nascita nello Stato Italiano, non è presente nel nostro quadro normativo se non nelle fattispecie indicate dalla legge citata. Lo stesso diritto è comunque tutelato dalla Convenzione europea sulla Nazionalità.

«È un'iniziativa che con grande piacere abbiamo ritenuto di avviare – spiega il presidente del X Municipio, Sandro Medici – perché, nei limiti delle nostre competenze, sentiamo di dover aiutare il Paese a sanare una dolorosa ingiustizia civile e sociale, che continua a escludere dalla piena cittadinanza ragazze e ragazzi sostanzialmente italiani, ormai del tutto integrati con la nostra cultura; e tutto ciò – aggiunge – anche per opporci a una legislazione arretrata e dall'insopportabile sapore razzista».

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