giovedì 21 ottobre 2010

RAZZISMO, IMMIGRAZIONE E POTERE DELL’IMMAGINE.


Cosa è Lampedusa? Un'isola di villeggiatura? Una Alcatraz per immigrati? Oppure un'isola culturalmente regredita in cui i veri immigrati sono quelli che arrivano dall'interno? Dagmawi Yimer, dopo essere sbarcato a Lampedusa nel 2006, trascorse la sua prima settimana in Italia nel centro di accoglienza vicino all'aereoporto. Solamente qualche anno piu' tardi torna armato di videocamera per filmare l'isola che gli ha salvato la vita. Dag scoprirà che quello che pensava un luogo all'avanguardia del benessere si rivela invece un lembo di terra impregnato di contraddizioni, giochi politici e con un'identità alterata dalle distorsioni mediatiche.
IL CINEMA AFRICANO E DELLA DIASPORA, di Vincenzo Valentino, dal sito www.close-up.it
Dal 14 al 16 ottobre 2010, presso l’Università degli Studi di Napoli l’Orientale, si è tenuto un interessante convegno dal titolo, Razzismo, immigrazione e potere delle immagini, dedicato al cinema africano e della diaspora. Le giornate si sono svolte in un clima di accogliente cordialità e hanno offerto ai partecipanti un programma ricco di spunti con due tavole rotonde, proiezioni di film, interviste agli autori e dibattiti con il pubblico assumendo da subito, vista la peculiarità del tema, una connotazione plurilinguistica e multimediale.
La seconda parte del convegno è stata dedicata al cinema migrante in Italia, alla quale hanno partecipato i film maker Simone Sandretti, Vincent Andrew, Theo Eshetu, Dagmawi Yimer, quasi tutti di origine africana, tranne un torinese. Nel pomeriggio conclusivo sono stati proiettati i film: Akpegi Boys (2010) di Vincent Andrew e Simone Sandretti, Soltanto il mare (2010) di Dagmawi Yimer e Il sangue non è acqua fresca (1996) di Theo Eshetu.

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