martedì 3 gennaio 2012

La stangata sugli immigrati: fino a 200 euro per un permesso di soggiorno

Dietrofront su tassa di soggiorno Governo: "C'è la crisi, ripensiamoci"
L'annuncio arriva dai ministri Cancellieri e Riccardi: "Sarà riconsiderato il contributo chiesto agli stranieri per il rilascio del permesso. Bisogna valutare se è compatibile con il reddito del lavoratore e con la composizione del suo nucleo familiare". Nei giorni scorsi un vasto schieramento era insorto contro la misura.


Il 2012 si apre male per gli immigrati: alla crisi e ai rincari che li colpiranno insieme a tutti gli italiani, infatti, si aggiungerà una nuova tassa, che varierà dagli 80 ai 200 euro, che dovrà essere versata ogni volta che si chiede o si rinnova il permesso di soggiorno. Il nuovo contributo era già previsto dal 2009, ma era rimasto sulla carta. Un decreto firmato a ottobre 2011 da Maroni e Tremonti, pubblicato il 31 dicembre 2011 sulla Gazzetta Ufficiale, lo rende operativo dal 30 gennaio.

Immigrati: Intervista a Pietro Soldini, Cgil- Immigrazione

"Dire che questa tassa sul permesso di soggiorno è odiosa è un eufemismo. E' un furto e non può avere i crismi della legittimita". Così Pietro Soldini commenta l'entrata in vigore a fine mese della tassa da 80 a 200 euro per i permessi degli immigrati residenti in Italia.
Soldini ricorda che " la gran parte delle domande presentate dagli immigrati per il permesso di soggiorno non va a buon fine (esempio decreto flussi 2010: 430.000 domande e 12.000 permessi di soggiorno rilasciati pari al 2,6%) e non crediate che tutte le altre sono state respinte per assenza dei requisiti, per questa ragione ne sono state rigettate soltanto 5.500. Quindi significa che oltre il 90% delle domande vanno su un binario morto. Come è concepibile pagare il biglietto per un treno che sta su un binario morto?".

Inoltre, prosegue Soldini, "il 50% degli introiti della tassa dovrebbe alimentare il fondo rimpatri. Convenzioni Oil (Organizzazione Internazionale del Lavoro) e direttive europee sui rimpatri proibiscono che le spese per il rimpatrio siano addebitate agli immigrati, tanto più a quelli che sono regolari. Ecco perché il governo dovrebbe semplicemente cancellare questo balzello. E' urgente quindi - conclude Soldini - che il Governo apra un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e le altre associazioni per affrontare con serieta' la questione immigrazione''.

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