giovedì 30 dicembre 2010
Da Massimina, terra di frontiera sul razzismo.
Campo rom della Monachina, nonna con nipoti.
Un primo incontro di Monteverde Antirazzista con i nomadi del campo della Monachina. Presente anche Marco Giustini, consigliere municipale. Un segnale di solidarietà dopo le mobilitazioni razziste organizzate nel quartiere dalla destra e non solo. A gennaio seguiranno altre iniziative.
"A Massimina la xenofobia sulla questione rom si copre di ipocrisia: quella dei politici locali di destra che furbescamente alimentano il clima razzista per trarne consensi elettorali, c'è l'ipocrisia di un parroco che non sa cosa vuol dire accoglienza. Poi c'è anche l'ipocrisia del PD che insegue il consenso alimentando di fatto la sensazione che l'unica uscita dal problema sia LA CACCIATA DEI ROM.
Per quanto ci riguarda cerchiamo di costruire rapporti con il vicino campo della Monachina e di aiutare qualcuno di loro ad inserirsi in progetti lavorativi, perché un altro modo di vedere il mondo noi ce lo abbiamo.
Nella foto lo sgombero di un campo rom
Bisogna calarsi nel contesto che si vive in periferia a Roma, per capirne le tante sfaccettature: il controllo del territorio a fini di consenso elettorali, la carenza di servizi, di spazi di cultura, la difficoltà di arrivare in città...... Lo straniero è visto con paura e timore, favorire una socialità basata sull'identità non fa altro che aumentare il fossato."
Alberto dell'associazione Vivi Massimina
I risultati del piano nomadi
"Messo a punto con molto clamore dal sindaco Alemanno con il supporto del ministro degli Interni, il piano nomadi rappresenta il fallimento degli obiettivi sbandierati davanti agli occhi dell'Unione europea e del'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, che più volte hanno stigmatizzato le politiche italiane sui Rom.
Emergono condizioni di emarginazione, segregazione, esclusione dal mondo del lavoro e dalla stessa società che costituiscono intollerabili violazioni dei diritti umani e in particolare dei diritti dei fanciulli, violazioni riassunte dall'espressione sintetica quanto esatta: "istituzionalizzazione di una dinamica discriminatoria".
giovedì 23 dicembre 2010
Milano: rom riammessi alle case popolari, il Tribunale ordina il rispetto degli accordi
Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso di dieci famiglie rom alle quali il Comune aveva prima concesso e poi negato l'assegnazione di una casa popolare.
La decisione è stata adottata oggi in seguito al ricorso presentato dalle famiglie. Il Comune di Milano ed il Ministero dell'Interno per il tramite della Prefettura milanese, dopo essersi assunti un preciso impegno, si erano tardivamente rimangiati la parola per esigenze spiccatamente elettorali. Il Tribunale ha rilevato che l'esclusione di alcune persone dall'assegnazione delle case popolari, per ragioni esclusivamente legate alla loro etnia, ha carattere discriminatorio ed è quindi inaccettabile.
Immediate le reazioni del PDL, e soprattutto della Lega che punta il dito contro i giudici... dimenticando che i contratti, o non si firmano, oppure se si firmano poi si rispettano, e che questo principio vale anche se gli aventi diritto sono rom.
di Rosario Mastrosimone, giurista
martedì 21 dicembre 2010
Consigli per rendere il nostro Natale più sostenibile.
Per il cenone
1. Evita pesce spada, merluzzo, gamberi e tonno, preferisci il pesce azzurro. Attenzione anche al tonno in scatola.
2. Usa solo alimenti liberi da Ogm! Mangia cibi prodotti vicino casa, meglio se di agricoltura biologica. Evita di buttare il cibo in eccesso.
3. Per imbandire la tavola, evita i prodotti usa e getta,in caso compra solo quelli che non distruggono le foreste.
4. Consuma meno carne e ridurrai il tuo impatto sul clima.
Per gli addobbi
5. Albero di natale: non comprare un abete, addobba una qualsiaspianta.
6. Uutilizza solo luci a basso consumo.
Per i regali
7. regala un libro stampato in carta amica delle foreste.
8. Attenti ai regali hi-tech, evita quelli tossici.
9. Regala ai tuoi amici una bella bicicletta per muoversi in città.
10 Aiuta le persone in difficoltà: cassa integrati, disoccupati, senza tetto, rom! (rielaborazione da Greenpeace)
lunedì 20 dicembre 2010
Mozione di Monteverde Antirazzista presentata dal consigliere Marco Giustini alla seduta del consiglio municipale Roma XVI del 05.10.2010
Premesso
che l'attuale "Piano Nomadi" in corso di elaborazione da parte del Comune di Roma, in base a quanto emerso dalle anticipazioni di stampa, secondo Amnesty International comporta “molteplici violazioni dei diritti umani” nei confronti della popolazione Rom/Sinti;
che così come vengono concepiti nel suddetto “Piano Nomadi”, i campi sono luoghi di segregazione, di umiliazione e di limitazione delle libertà fondamentali e quindi va rifiutato lo stesso concetto di campo Rom come va prefigurandosi;
che la vera soluzione delle sofferenze patite dai popoli Rom e Sinti passa attraverso il loro inserimento in programmi di intervento sociale che consentano a tutti i loro membri di accedere al diritto ad una vera casa;
Considerato
che, d'alta parte, ai popoli Rom e Sinti viene negato in tutta Europa, e in special modo nel nostro paese, il diritto a qualsiasi forma di vita stabile, attraverso un processo di nomadizzazione coatta che impedisce la fruizione dei diritti fondamentali ed è la prima causa delle sofferenze di quel popolo; che, quindi, in tale contesto, il principio dell’accoglienza ed il diritto alla residenza devono ritenersi preminenti su ogni altra considerazione.
Il Consiglio del Municipio Roma XVI
impegna il Presidente, qualora venga stabilita nel “Piano nomadi” la localizzazione di un campo Rom nel territorio del Municipio, a proporre al Comune di Roma un’area idonea e possibilmente centrale, all’interno del Municipio Roma XVI, per la collocazione di un insediamento tale che, limitando i danni connessi a questo modello
erroneo di assistenza alloggiativa, assicuri ai nuovi residenti la stabilità abitativa, il rispetto delle strutture sociali e familiari, le libertà ed i diritti fondamentali di movimento, di ospitalità, di accesso all'istruzione e condizioni di vita dignitose, al fine di favorire la crescita del dialogo e della solidarietà all’interno della comunità territoriale.
Premesso
che l'attuale "Piano Nomadi" in corso di elaborazione da parte del Comune di Roma, in base a quanto emerso dalle anticipazioni di stampa, secondo Amnesty International comporta “molteplici violazioni dei diritti umani” nei confronti della popolazione Rom/Sinti;
che così come vengono concepiti nel suddetto “Piano Nomadi”, i campi sono luoghi di segregazione, di umiliazione e di limitazione delle libertà fondamentali e quindi va rifiutato lo stesso concetto di campo Rom come va prefigurandosi;
che la vera soluzione delle sofferenze patite dai popoli Rom e Sinti passa attraverso il loro inserimento in programmi di intervento sociale che consentano a tutti i loro membri di accedere al diritto ad una vera casa;
Considerato
che, d'alta parte, ai popoli Rom e Sinti viene negato in tutta Europa, e in special modo nel nostro paese, il diritto a qualsiasi forma di vita stabile, attraverso un processo di nomadizzazione coatta che impedisce la fruizione dei diritti fondamentali ed è la prima causa delle sofferenze di quel popolo; che, quindi, in tale contesto, il principio dell’accoglienza ed il diritto alla residenza devono ritenersi preminenti su ogni altra considerazione.
Il Consiglio del Municipio Roma XVI
impegna il Presidente, qualora venga stabilita nel “Piano nomadi” la localizzazione di un campo Rom nel territorio del Municipio, a proporre al Comune di Roma un’area idonea e possibilmente centrale, all’interno del Municipio Roma XVI, per la collocazione di un insediamento tale che, limitando i danni connessi a questo modello
erroneo di assistenza alloggiativa, assicuri ai nuovi residenti la stabilità abitativa, il rispetto delle strutture sociali e familiari, le libertà ed i diritti fondamentali di movimento, di ospitalità, di accesso all'istruzione e condizioni di vita dignitose, al fine di favorire la crescita del dialogo e della solidarietà all’interno della comunità territoriale.
sabato 18 dicembre 2010
I diritti dei migranti
Sono passati venti anni dall’adozione della Convenzione per i diritti dei migranti. Colpisce il fatto che a ratificarla siano stati finora solo 44 paesi. Tra questi non ci sono paesi di destinazione, paesi ricchi. Neanche uno dell’Unione Europea.
È un ritardo che dimostra l’incapacità dei governi attuali di arrivare a un sistema di regole comuni, sia per garantire i diritti sia per consentire uno rapporto equo tra paesi di origine e di destinazione. Il ritardo è ancora più grave se si pensa che per produrre quel testo, del 1990, ci sono voluti altri venti anni. Le Nazioni Unite hanno cominciato a lavorarci nei primi anni ’70.
Sono stati anni di discussione e di forte contrapposizione tra gli interessi delle economie avanzate e dei paesi in via di sviluppo, che più forniscono forza lavoro e molto contano sulle rimesse. È la stessa contrapposizione che ancora oggi impedisce una ratifica estesa della Convenzione.
Invece, le politiche di ammissione e di integrazione sono state lasciate, anche dall’Unione Europea, alle scelte dei singoli governi, spesso condizionate dalla propaganda, o al massimo a qualche accordo bilaterale. Eppure è ormai evidente che il fenomeno è strutturale, che nasce da esigenze concrete e quindi va gestito in modo realistico, mettendo al centro programmi di sviluppo, tanto per i paesi ricchi quanto per quelli poveri.
Un bene comune internazionale
Dal blog "Lavoro dignitoso" di Vittorio Longhi
venerdì 17 dicembre 2010
Reato di clandestinità, lo stop della Consulta
Non è punibile lo straniero che in "estremo stato di indigenza", o comunque per "giustificato motivo", non ha ottemperato all'ordine di allontanamento del questore continuando a rimanere illegalmente in Italia. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, che ha così in parte bocciato una delle norme del 'pacchetto sicurezza' del 2009 relative al reato di clandestinità.
A sollevare la questione dinanzi alla Consulta è stato il Tribunale di Voghera, chiamato a giudicare sul caso di una donna clandestina più volte raggiunta da un decreto di espulsione ma che, per motivi di estrema indigenza, non aveva potuto lasciare l'Italia con i propri mezzi. Si tratterebbe, dunque, di un ''giustificato motivo'' che però non è stato previsto dall'art.14, comma 5 quater del testo unico sull'immigrazione, così come modificato dall'ultimo 'pacchetto sicurezza' del governo Berlusconi (legge 94 del luglio 2009).
Ebbene, dopo aver rilevato che il 'pacchetto sicurezza' ha aumentato nel massimo (da quattro a cinque anni) le pene per lo straniero destinatario di un decreto di espulsione adottato dopo l'inottemperanza ad un precedente ordine di allontanamento, la Corte Costituzionale censura la mancata previsione di un ''giustificato motivo''.
venerdì 10 dicembre 2010
Egitto, Sinai: hanno preso 100 di noi, aiutateci
"Hanno preso circa cento di noi e li hanno portati via. Ma non sappiamo dove! fate presto, aiutateci!". E' peggiorata improvvisamente la situazione nel nord del Sinai dove, da diverse settimane, un gruppo di 250 profughi africani viene tenuto prigioniero in catene da un gruppo di trafficanti di uomini. "La situazione e' precipitata e ora tutto si fa molto piu' complesso: dovremo riprendere da capo le ricerche per localizzare questo nuovo gruppo - commenta Roberto Malini, co-presidente del gruppo Everyone -. Il nostro timore e' che queste persone possano essere vittime del mercato clandestino di organi".
Inoltre, da una ong con base al Cairo, e' arrivata la notizia che "molte donne sono state stuprate ripetutamente dai loro carcerieri -aggiunge Malini-. anche di fronte ai loro compagni di prigionia".
Inoltre, da una ong con base al Cairo, e' arrivata la notizia che "molte donne sono state stuprate ripetutamente dai loro carcerieri -aggiunge Malini-. anche di fronte ai loro compagni di prigionia".
martedì 7 dicembre 2010
L'infamia non ha colore
Ogni persona, di origine italiana o straniera, dev'essere sempre giudicata singolarmente, per quello che è. È la più ovvia delle frasi.
L'ha pronunciata ieri il cardinale arcivescovo di Milano.
Ci sono momenti in cui non ripetere le parole più ovvie diventa una viltà. Sia risparmiato alla nostra generazione il ritorno di quei momenti, se già non ci siamo.
Scrivo mentre le notizie sull'indagine per la scomparsa della piccola Yara si fanno incerte, e vengono in dubbio i sospetti sul giovane arrestato. E si riaccende una speranza per lei, che è la cosa più importante. Se i sospetti su un presunto colpevole sono stati precipitosamente trattati come certezze, anche della sorte peggiore di Yara si potrà dubitare.
Leggi su Repubblica il commento di Adriano Sofri
L'ha pronunciata ieri il cardinale arcivescovo di Milano.
Ci sono momenti in cui non ripetere le parole più ovvie diventa una viltà. Sia risparmiato alla nostra generazione il ritorno di quei momenti, se già non ci siamo.
Scrivo mentre le notizie sull'indagine per la scomparsa della piccola Yara si fanno incerte, e vengono in dubbio i sospetti sul giovane arrestato. E si riaccende una speranza per lei, che è la cosa più importante. Se i sospetti su un presunto colpevole sono stati precipitosamente trattati come certezze, anche della sorte peggiore di Yara si potrà dubitare.
Leggi su Repubblica il commento di Adriano Sofri
lunedì 6 dicembre 2010
Venerdì 10 dicembre, h. 17, film "Io, l'altro".
"CONTROCAMPI Altri sguardi sull'Italia presente" rassegna di film sull'immigrazione presso la Biblioteca Guglielmo Marconi - Via Gerolamo Cardano 135 Roma
Presenta il film Vincenzo Valentino, curatore della rassegna.
Venerdì 10 dicembre h. 17 proiezione del film "Io, L'altro (2007)" di Mohsen Melliti, con Raoul Bova, Giovanni Martorana; 80 min.
Yousef e Giuseppe lavorano insieme da più di dieci anni. Quando Yousef arrivò esule dalla Tunisia iniziò a lavorare su un peschereccio, è lì che conobbe quello che sarebbe diventato il suo miglior amico: Giuseppe. Dopo molti anni di sangue e sudore trascorsi sotto padrone i due amici decidono di mettersi in proprio acquistando un piccolo peschereccio usato che ribattezzano Medea. Sulle fiancate dell’imbarcazione riverniciata di fresco campeggia il nome, sia in caratteri occidentali che arabi.
Dopo i fatti drammatici dell’undici settembre, il mondo sembra essere cambiato in tutto. Ogni dimensione della vita è invasa da questa condizione di guerra asimetrica e permanente capace di gettare i suoi sospetti ovunque.
Presenta il film Vincenzo Valentino, curatore della rassegna.
Venerdì 10 dicembre h. 17 proiezione del film "Io, L'altro (2007)" di Mohsen Melliti, con Raoul Bova, Giovanni Martorana; 80 min.
Yousef e Giuseppe lavorano insieme da più di dieci anni. Quando Yousef arrivò esule dalla Tunisia iniziò a lavorare su un peschereccio, è lì che conobbe quello che sarebbe diventato il suo miglior amico: Giuseppe. Dopo molti anni di sangue e sudore trascorsi sotto padrone i due amici decidono di mettersi in proprio acquistando un piccolo peschereccio usato che ribattezzano Medea. Sulle fiancate dell’imbarcazione riverniciata di fresco campeggia il nome, sia in caratteri occidentali che arabi.
Dopo i fatti drammatici dell’undici settembre, il mondo sembra essere cambiato in tutto. Ogni dimensione della vita è invasa da questa condizione di guerra asimetrica e permanente capace di gettare i suoi sospetti ovunque.
domenica 5 dicembre 2010
Incontro con Laura Boldrini
Lunedì 6 dicembre 2010 alle 19.30, presso il ristorante Basilico (Clivo Rutario 76, angolo Piazza Fonteiana) conversazione con Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e autrice del libro Tutti indietro (Rizzoli 2010).
Al termine dell'incontro, buffet e degustazione dei vini ischitani dell'azienda Pietratorcia.
Nel corso della serata sarà possibile acquistare il volume. I proventi destinati all'autrice vengono interamente destinati a borse di studio per ragazzi afgani che giungono in Italia da soli nell'ambito di un progetto del Centro Astalli di Roma.
Monteverdelegge associazione culturale
http://mvl-monteverdelegge.blogspot.com/
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